I rapimenti nell’arcipelago di Lamu
Sono organizzati da gruppi di somali armati e stanno mettendo nei guai l'economia basata sul turismo nelle isole del Kenya
L’arcipelago di Lamu è tra le mete turistiche più lussuose e frequentate del Kenya. Si trova a nord est del paese e a pochi chilometri di distanza dalla Somalia. L’economia dell’arcipelago si basa quasi esclusivamente sul turismo: ci sono numerosi alberghi e ristoranti di lusso e resort in riva al mare – spesso gestiti da imprenditori stranieri – mentre quasi tutte le persone del luogo sono impiegate nel settore alberghiero, lavorano come camerieri e guide turistiche.
Negli ultimi giorni però il turismo a Lamu è in grave crisi, gli hotel e i ristoranti sono vuoti e le strade frequentate soltanto da abitanti dell’isola. Nell’ultimo mese, infatti, Lamu è diventato un luogo pericoloso. L’11 settembre un gruppo di somali armati ha aggredito una coppia di turisti britannici, Judith e David Tebbutt: l’uomo è stato ucciso mentre la moglie è stata rapita e molto probabilmente è stata venduta ai pirati somali. Sabato scorso una decina di uomini armati – quasi sicuramente miliziani dell’organizzazione islamista al-Shabaab – ha rapito una donna francese di 66 anni, Marie Dedeiu, che si trovava con il compagno keniota in una casa sulla spiaggia nell’isola di Manda. La donna è disabile e malata di cancro e ha bisogno di sottoporsi a un trattamento medico ogni quattro ore. I rapitori sono fuggiti su alcune barche – senza portare con sé la sedia a rotelle di Dedieu – e sono sati inseguiti da personale della Marina keniota che però non è riuscita a fermarli. Da allora non si hanno più tracce della donna.
In seguito all’episodio molti governi stranieri hanno invitato i loro cittadini a non visitare Lamu. Tra questi ci sono – oltre alla Francia – anche la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, i paesi da cui proviene la maggior parte dei turisti diretta a Lamu. In molti hanno disdetto le loro prenotazioni, altri hanno accorciato le vacanze per fuggire il prima possibile dalla zona. Gli hotel si sono trovati improvvisamente vuoti: alcuni hanno già chiuso mentre molti gestori hanno dovuto licenziare parte del personale. Altri alberghi vengono sorvegliati da poliziotti o hanno assunto guardie di sicurezza.
Il ministro del turismo e il capo della polizia keniota sono andati a Lamu per cercare di rassicurare i turisti e la popolazione locale che non ci saranno più rapimenti. La sicurezza sull’isola è stata rafforzata: la presenza di poliziotti è stata aumentata nelle zone turistiche, l’isola di Lamu è stata dotata di un elicottero della polizia e anche la Marina ha ricevuto più barche per pattugliare le coste. Molti abitanti dell’arcipelago però temono che la polizia keniota sia infiltrata dai terroristi perché – dicono – non ha fatto abbastanza per fermare i rapitori. Alcuni abitanti hanno manifestato contro gli attacchi ai turisti, contro al-Shabaab e per chiedere agli stranieri di continuare a visitare l’isola. Molti temono che ci vorranno molti mesi perché la situazione torni come prima e sono preoccupati per l’aumento del dispiegamento delle forze di sicurezza.