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  • Sabato 17 settembre 2011

La partita in Libia non si chiude

A tre settimane dalla conquista di Tripoli, le forze di Gheddafi sono ancora in controllo di tre città, la situazione è di nuovo in stallo

La situazione in Libia è di nuovo in stallo. A tre settimane dalla conquista di Tripoli, le forze di Gheddafi sono ancora in controllo di tre città – Sirte, Bani Walid e Sabha – e di alcuni territori nella parte meridionale del paese. L’assalto a Sirte delle forze ribelli sta incontrando una resistenza più solida del previsto da parte dei fedeli di Gheddafi mentre a Bani Walid i militari del Consiglio Nazionale Transitorio stanno ancora cercando di riorganizzarsi dopo la ritirata dei giorni scorsi. La NATO nel frattempo continua le sue operazioni militari dall’alto e oggi il portavoce di Gheddafi, Moussa Ibrahim, l’ha accusata di avere ucciso 354 persone a Sirte durante uno dei suoi bombardamenti.

Sirte resta l’obiettivo simbolico più importante da conseguire per i ribelli. È la città in cui è nato Gheddafi e quella in cui dopo la liberazione di Tripoli si sono rifugiati gran parte dei suoi fedeli. L’avanzata nel centro della città è rallentata dalle operazioni dei cecchini di Gheddafi, che colpiscono i ribelli appostati negli edifici più alti, tra cui anche moschee e minareti. «Non siamo ancora in controllo totale di Sirte», ha detto uno dei portavoce del nuovo governo libico. Associated Press scrive che i ribelli avrebbero riconosciuto tra le forze lealiste uno dei figli di Gehddafi, Mutassim, ma di lui poi si sarebbero di nuovo perse le tracce subito dopo.

A Bani Walid la situazione è ancora più complicata. Dopo la ritirata di venerdì i ribelli non sono ancora riusciti a riorganizzarsi e per il momento non sembrano pronti a lanciare un nuovo assalto. «Questo potrebbe essere il peggiore dei fronti di questa guerra», ha detto a AP uno dei combattenti. Altri raccontano invece delle difficoltà di portare la popolazione locale dalla loro parte. «Pensano che vogliamo solo devastare le loro case e derubarli», spiega uno dei ribelli che stanno combattendo intorno a Sabha. «La propaganda del regime per 42 anni ha insegnato alle persone a pensare in un certo modo e ci vorrà tempo per far cambiare loro idea».

Venerdì le Nazioni Unite hanno votato a favore dell’ingresso del nuovo governo libico all’interno dell’Assemblea Generale e deciso di sospendere l’embargo imposto a due delle maggiori aziende petrolifere del paese.