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  • Giovedì 18 agosto 2011

La Turchia bombarda i ribelli curdi in Iraq

Più di 60 sospette basi del PKK sono state colpite nel nord del paese

Ieri la Turchia ha bombardato alcune basi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) nel nord dell’Iraq. Circa 15 aerei da combattimento (secondi la CNN turca si tratterebbe di F-16) sono decollati dopo che otto soldati e una guardia di un villaggio turco sono stati uccisi in un’imboscata da alcuni membri del PKK. L’agenzia di stampa Firat, vicina ai ribelli curdi, ha detto che alcuni jet hanno preso di mira anche il monte Qandil, sul confine tra Iran e Iraq, dove si crede siano nascosti alcuni leader del PKK, ma non si hanno notizie di bombardamenti in quella zona. All’inizio di questa settimana il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan aveva annunciato un’azione militare contro i ribelli alla fine del mese del Ramadan, ma le circostanze l’hanno costretto ad anticipare i tempi.

Il PKK è un movimento clandestino armato nato ad Ankara nel 1978 che si ispira al marxismo e rivendica la creazione di uno stato sovrano del Kurdistan, indipendente dalla Turchia e che comprenda i territori curdi di Iraq, Siria, Iran e Turchia. Il territorio, che ha un’estensione di 450.000 chilometri quadrati, possiede alcuni giacimenti di petrolio della Turchia e della Siria. Il PKK è considerato dalla Turchia un’organizzazione terroristica, così come dagli Stati Uniti e dall’Unione europea. La Costituzione turca del 1982 vietava l’uso della lingua curda e condannava ogni espressione che affermasse un’identità culturale curda. Dal 1984 il PKK ha iniziato la sua lotta armata contro il governo turco: da allora le persone morte nel conflitto sono più di 40.000.

Soldati turchi portano le bare degli otto militari uccisi nell’imboscata organizzata dal PKK
(Foto: STR/AFP/Getty Images)