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  • Venerdì 15 luglio 2011

Adesso su Murdoch indaga anche l’FBI

Gli americani vogliono sapere se i suoi giornali spiarono i parenti delle vittime dell'11 settembre

LONDON, ENGLAND - JULY 13: Rupert Murdoch, Chief Executive Officer of News Corp., smiles at photographers as he is driven from News International's headquarters on July 13, 2011 in London, England. News Corp. have announced that they are no longer bidding to by the remaining shares of BSkyB. (Photo by Peter Macdiarmid/Getty Images)
LONDON, ENGLAND - JULY 13: Rupert Murdoch, Chief Executive Officer of News Corp., smiles at photographers as he is driven from News International's headquarters on July 13, 2011 in London, England. News Corp. have announced that they are no longer bidding to by the remaining shares of BSkyB. (Photo by Peter Macdiarmid/Getty Images)

Una fonte interna ha rivelato all’agenzia di stampa Associated Press che l’FBI avrebbe aperto un’inchiesta contro il gruppo editoriale News Corp. per verificare se i suoi giornali abbiano commesso reati nella violazione della privacy di cittadini americani del genere di quelli che stanno emergendo in Gran Bretagna. Negli Stati Uniti News Corp. possiede molti media e soprattutto la fortissima rete televisiva Fox News, politicamente e aggressivamente schierata a destra, e il suo proprietario Rupert Murdoch ha molti nemici. I sospetti e le denunce di alcuni parlamentari americani nascono dall’accusa fatta da un altro tabloid inglese, il Daily Mirror, che il News of the World abbia controllato le telefonate dei parenti delle vittime della strage dell’11 settembre 2001.

Proprio sul suo più famoso e importante giornale, il Wall Street Journal, Murdoch interviene sulla storia con un’intervista pubblicata giovedì sera accusando i politici britannici di “totali bugie” e sostenendo che News International abbia “gestito la situazione molto bene sotto ogni aspetto” facendo solo “errori minori”. Secondo Murdoch l’ex premier britannico Gordon Brown avrebbe “sbagliato tutto” nelle sue accuse contro i giornali che sono sospettati di averlo sorvegliato illecitamente per dieci anni: “eravamo amici”, dice Murdoch, fino a quando il Sun non decise di togliergli il suo appoggio.

Murdoch ha anche deciso infine, sotto fortissme pressioni da molte parti e persino minacce di arresto, di presentarsi all’audizione di martedì di fronte alla Commissione Cultura della Camera che ha convocato lui, suo figlio James e Rebekah Brooks, il capo di News International che era direttore del Sun prima e del News of the World poi, al tempo di molti dei fatti contestati. James Murdoch ha mandato una lettera alla commissione in cui, con toni simili a quelli usati da Brooks, chiede che l’audizione “non comprometta” il lavoro contemporaneo dell’inchiesta di polizia.

La giornata di ieri aveva avuto un’altra notizia forte: l’arresto dell’ex vice direttore del News of the World, Neil Wallis, di cui si è scoperto nelle ore successive che era stato assunto come consulente sulla comunicazione proprio da parte della polizia britannica, già sotto accusa per le sue connivenze con le pratiche illecite da parte dei giornali in questione. Il “commissioner” della Metropolitan Police Paul Stephenson sarà anche lui ascoltato martedì dalla Commissione Cultura della Camera dei Comuni.

 

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