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Tre ipotesi sul caso Strauss-Kahn

Il New York Times ricostruisce cosa possa essere successo al Sofitel tra l'ex direttore del FMI e la cameriera che lo accusa di violenza sessuale

Lo scorso primo luglio, Dominique Strauss-Kahn ha ottenuto la sospensione degli arresti domiciliari e la restituzione della cauzione che aveva pagato per uscire rapidamente dal carcere. La decisione è stata assunta dal giudice considerando gli elementi emersi nel corso delle indagini, che mettono sempre più in dubbio la versione della cameriera che ha accusato l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale di averla violentata in una camera d’albergo a New York. Dal giorno del rilascio, l’accusa si è fatta sempre più debole e il caso potrebbe essere presto archiviato. Rimane però una domanda cui è ancora difficile rispondere: che cosa accadde nella stanza 2806 dell’albergo Sofitel di New York quel 14 maggio.

John Eligon sul New York Times ha ricostruito i tre scenari più probabili su cosa possa essere accaduto. Per mettere insieme le tre ipotesi il giornalista è partito da alcuni dati certi e dati ormai per assodati:

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– tra le 10.30 e le 11.30 del mattino la cameriera entrò nella stanza 2820 tre volte, utilizzando la propria chiave elettronica che registrò gli ingressi nella camera;
– alle 12.06 la cameriera utilizzò la propria chiave per entrare nella stanza 2806, la suite occupata da Dominique Strauss-Kahn;
– alle 12.26 la cameriera tornò nella 2820 e poco dopo nuovamente nella 2806;
– alle 12.28 Dominique Struss-Kahn lasciò la stanza per raggiungere la reception e fare il check-out.

1. Ipotesi dell’accusa
La cameriera ha spiegato agli agenti di polizia, ai magistrati e al medico legale che DSK l’avrebbe obbligata a fare sesso orale. Le autorità hanno ritenuto verosimile il suo racconto, molto esplicito e dettagliato: Strauss-Kahn sarebbe comparso nudo nella stanza mentre la donna la stava pulendo, avrebbe poi chiuso a chiave la suite, spinto la cameriera verso il letto e avrebbe poi iniziato a violentarla; la donna sarebbe riuscita a divincolarsi, ma DSK l’avrebbe bloccata nuovamente spingendola in bagno, dove l’avrebbe fatta cadere a terra obbligandola a fare sesso orale. A uno dei consulenti medici del tribunale, la cameriera ha detto di aver poi sputato sul tappeto del bagno il liquido seminale.

Chi si è occupato del caso ha detto di ritenere plausibile questa ricostruzione, anche grazie alle prove raccolte dalla scientifica che concordano sostanzialmente con la versione data dalla cameriera. L’avvocato della donna ha poi aggiunto altri dettagli la scorsa settimana dicendo che la sua cliente sputò il liquido seminale sul muro e sul pavimento della suite, cosa che confermerebbe un rapporto non consensuale. La cameriera ha anche riportato alcune escoriazioni nell’area vaginale e lo stiramento di un legamento della spalla, ma non c’è la conferma da parte delle autorità su questi due dettagli. Si è anche parlato del ritrovamento di alcune tracce di sperma di Dominique Strauss-Kahn sugli abiti della cameriera.

Secondo Joan Illuzzi-Orbon, il principale responsabile dell’accusa, il breve periodo trascorso dai due nella stanza è compatibile con l’ipotesi della consumazione di un rapporto sessuale non consensuale. La donna rimase nella stanza una ventina di minuti appena, stando ai dati forniti dalla sua chiave elettronica. Infine, le immagini delle telecamere del circuito di sicurezza dell’hotel mostrano quanto fosse di fretta DSK al momento del check-out, una circostanza ritenuta sospetta.

Negli ultimi giorni altre indagini sul passato della cameriera hanno messo in discussione la sua credibilità. L’accusa ritiene comunque che, nonostante i nuovi elementi emersi, le prove raccolte e le ricostruzioni sostengano la validità dell’accusa di stupro.

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