Itabolario: Sciopero (1904)

Massimo Arcangeli ha raccolto 150 storie dell'Italia unita, una per ogni anno: Itabolario. L'Italia unita in 150 parole (Carocci editore)

di Francesco Lucioli

1904. Sciopero (s. m.)

Nel mese di settembre viene indetto, a seguito dell’uccisione di quattro minatori sardi durante una rivolta operaia, il primo sciopero generale. «Gli scioperi potrebbero dare il nome al nostro secolo», aveva osservato il pubblicista Giuseppe Fiamingo (Fiamingo, 1894, p. 76); potremmo dire, allo stesso tempo, che il XIX secolo ha dato il nome allo sciopero, perché è proprio nella seconda metà dell’Ottocento che la parola acquisisce il suo più specifico valore moderno. Sulla “Civiltà Cattolica”, nel periodo compreso fra il 1855 e il 1867, isciopero era passato dal significato tradizionale di “mancanza di lavoro” – «E perciò [il governatore civile di Madrid] si raccomanda a’ privati perché lo aiutino in questa bisogna di adoperare a lavori utili le braccia di tanti sfaccendati, i quali, quando fossero lasciati in isciopero, potrebbero facilmente essere ministri di chi trama sedizioni e tumulti» (art. contenuto nella sezione Cronaca contemporanea, vol. VI, 1855, pp. 576-92, a p. 588) – a quello di “astensione organizzata dal lavoro di un gruppo di lavoratori per raggiungere o difendere determinati interessi e diritti di carattere politico o sindacale”: «L’associazione internazionale degli operai […] si dice istituita per aiutare gli operai che si pongono in isciopero e fornire soccorsi a quelli che viaggiano» (Gli scioperi internazionali, vol. XVIII, 1867, pp. 530-8, a p. 531). La prima accezione, già attestata nella Tancia (1612) di Michelangelo Buonarroti il Giovane – «Ch’io er’andato a portar certi ceppi / un dì di sciopro al sere a Settignano» (atto I, scena I; cfr. anche Poggi Salani, 1969, pp. 128-9) –, si riallaccia al senso originario di scioperare (< lat. *EXOPERARE) inteso come “sollevare dalle faccende”, da cui anche scioperaggine, scioperamento, scioperataggine, scioperatamente, scioperatezza, scioperativo, scioperato, scioperio, scioperone, tutti connessi con l’inattività e l’ozio. La seconda accezione si collega invece alle trasformazioni sociali, politiche e giuridiche in atto nel sistema lavorativo ottocentesco, trasformazioni cui anche l’Italia deve col tempo adeguarsi: prima dell’emanazione del codice penale (il cosiddetto codice Zanardelli), nel 1889, lo sciopero era infatti considerato un delitto, e come tale sanzionato dal codice penale sardo, esteso dopo l’unificazione a tutto il territorio del Regno d’Italia. Nel 1926, con l’ordinamento corporativo fascista, si ritornerà alla sua repressione penale, con la contestuale introduzione dei reati di serrata, di sciopero politico e di solidarietà, di BOICOTTAGGIO [1888], di occupazione d’azienda e di sabotaggio. Il passaggio da reato a diritto si realizzerà con la Costituzione repubblicana, in cui la norma fondamentale in materia di conflitti di lavoro è rappresentata dall’art. 40, che garantisce l’esercizio del diritto di sciopero «nell’ambito delle leggi che lo regolano»; una formulazione sibillina (solo in parte integrata, per quanto riguarda i servizi pubblici essenziali, dalla legge 12 giugno, n. 146) che affida la regolamentazione di alcuni aspetti dello sciopero alle organizzazioni sindacali e all’intervento del giudice (cfr. Brioschi, Setti, 1949; Simi, 1956; Scotto, 1958).

Parola di riferimento, insieme a serrata, dei mutamenti dell’universo del lavoro a cavallo fra XIX e XX secolo, la voce porta necessariamente con sé anche altri termini riconducibili alla medesima realtà – come crumiro (o krumiro), sindacato, sindacalista (mussoliniano) – e figura in alcune espressioni più o meno tecniche: dal ricordato sciopero generale (“Lo zenzero”, 8 maggio 1862, p. 4) a sciopero a catena, da sciopero bianco a sciopero a scacchiera, da sciopero a singhiozzo a sciopero della fame (ricalcato sull’ingl. hunger strike), attestato almeno dall’inizio del XX secolo (Gayda, 1914, pp. 59, 62).

Bibliografia:
– BRIOSCHI G. A., SETTI F. (1949), Lo sciopero nel diritto. Rassegna delle legislazioni dei vari stati, Giuffrè, Milano.
– FIAMINGO G. (1894), rec. a Virgilii (1894), in “Antologia giuridica”, VIII, pp. 75-6.
– GAYDA V. (1914), L’Italia d’oltre confine. Le provincie italiane d’Austria, Fratelli Bocca, Torino.
– POGGI SALANI T. (1969), Il lessico della «Tancia» di Michelangelo Buonarroti il Giovane, La Nuova Italia, Firenze.
– SCOTTO I. (1958), Il diritto di sciopero, Jandi Sapi, Roma.
– SIMI V. (1956), Il diritto di sciopero, Giuffrè, Milano.
Foto: tomislav medak