La fine del business di padre Pio

L'inchiesta di Repubblica sulla crisi del turismo a San Giovanni Rotondo, meta di sempre meno pellegrini

Jenner Meletti su Repubblica racconta oggi com’è cambiata San Giovanni Rotondo, il comune in provincia di Foggia meta dei pellegrini devoti a padre Pio da Pietrelcina, cioè Francesco Forgione: il numero dei visitatori e dei turisti è infatti in calo verticale, a fronte delle vaste strutture di accoglienza offerte dalla zona.

Sembra di vedere un neonato con gli abiti di un gigante. Tutto è immenso, nel paese di padre Pio. La chiesa progettata da Renzo Piano, con 7.000 posti, il sagrato che potrebbe accogliere 40.000 persone, 166 fra alberghi, affittacamere e bed & breakfast con quasi 8.000 posti letto… Ma ci sono sette fedeli in tutto, davanti alla tomba di San Pio, nella cripta dorata sotto la chiesa, in questo pomeriggio di vento e pioggia. Gli abiti da gigante sono stati cuciti quando qui arrivavano “8 milioni di pellegrini all’anno” e Padre Pio da Pietrelcina non era ancora Beato. “Quando ci sarà la beatificazione, e ancor più quando il nostro amato frate sarà Santo, dovremo essere pronti ad accogliere folle ancora più imponenti di fedeli”. Davide Pio Fini era il sindaco negli anni del boom, fra il 1996 ed il 2000, e ricorda bene la frenesia di quei tempi. “C’ero anch’io, in piazza San Pietro, quando il 2 maggio 1999 padre Pio – io porto il suo nome perché sono stato battezzato da lui – è stato beatificato. Come sindaco, sono poi stato ricevuto da papa Wojtyla. Sembrava l’inizio di una nuova era. San Giovanni Rotondo sarebbe stata meta di pellegrini da tutto il mondo. E invece molte cose non sono andate per il verso giusto. Gli 8 milioni di un tempo – ammesso che quella stima fosse vera – sono un ricordo. Oggi i pellegrini saranno 2,5-3 milioni”. Il papa polacco che beatificò padre Pio, domenica 1° Maggio è diventato Beato.
A Roma sono giunte folle sterminate e adesso anche Wadowice, paese natale di Karol Wojtyla, entrerà con nuova forza in quel tour di turismo religioso che solo in Italia porta un fatturato di 3 miliardi di euro.

Fede & Affari, un cortocircuito
Fede & Affari, da sempre strettamente legati, possono andare in corto circuito. Quando, nella storia di San Giovanni Rotondo, si è cercato di trasformare rosari e devozione in mattoni e cemento armato? “Quando ho cominciato a fare il sindaco – dice Davide Pio Fini – c’erano 5 o 6 alberghi privati, locande e tanti affittacamere, in tutto 1.500 posti letto. Non bastavano. I pellegrini trovavano ospitalità a Vieste, Termoli, Barletta… Per tornare nei loro hotel così lontani dovevano partire presto da qui e si perdevano la fiaccolata della sera, i vespri, la Via Crucis… Certo, già nel 1996, quando sono diventato primo cittadino, il turismo religioso era cambiato. Fino al 1968, quando padre Pio era vivo, i pellegrini si fermavano anche dieci o quindici giorni, perché per le confessioni con il nostro Santo frate c’erano le prenotazioni e bisognava attendere il proprio turno. E così i fedeli restavano in paese, visitavano i dintorni – mio padre era tassista e per lui quelli furono anni d’oro – insomma, portavano ricchezza. La svolta è arrivata con la legge del Giubileo 2000, approvata nel 1997. Si potevano fare deroghe ai piani regolatori e allora in tanti, devo dire troppi, hanno deciso di costruire alberghi per i pellegrini. In Comune sono arrivate addirittura 500 domande e noi ne abbiamo accettate 36. I posti letto passavano così da 1.500 a 5.500, e quello secondo me era il numero giusto. Ma la nuova amministrazione, dopo il 2000, ha concesso altri permessi. Padre Pio stava per diventare Santo, un hotel a San Giovanni sarebbe stato una manna scesa dal cielo. Un’illusione, questa, che non ha coinvolto solo noi. La Regione Molise, ad esempio, aveva fatto anche lei una legge per costruire alberghi in deroga ai piani regolatori, per poter offrire ospitalità ai milioni di pellegrini diretti a San Giovanni Rotondo”.
I sogni sono crollati in breve tempo, San Giovanni e dintorni non sono diventati un Eldorado.

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