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  • Lunedì 11 aprile 2011

La battaglia di Ajdabiya

Le foto degli insorti e dei bombardamenti che hanno respinto le forze di Gheddafi

AJDABIYAH, LIBYA - APRIL 09: A Libyan rebel carries a rocket propelled grenade launcher during an advance April 9, 2011 outside of Ajdabiyah, Libya. Rebels continued their battles with Libyan loyalist soldiers April 9, briefly losing Ajdabiyah to government troops before re-taking the town before sundown from troops loyal to longtime Libyan ruler Muammar Gaddafi. (Photo by Chris Hondros/Getty Images)
AJDABIYAH, LIBYA - APRIL 09: A Libyan rebel carries a rocket propelled grenade launcher during an advance April 9, 2011 outside of Ajdabiyah, Libya. Rebels continued their battles with Libyan loyalist soldiers April 9, briefly losing Ajdabiyah to government troops before re-taking the town before sundown from troops loyal to longtime Libyan ruler Muammar Gaddafi. (Photo by Chris Hondros/Getty Images)

Mentre domenica sera è arrivata la notizia di una disponibilità tutta da verificare di Gheddafi a trattare un cessate il fuoco attraverso la mediazione dell’Unione Africana, sono proseguiti i bombardamenti delle forze alleate sulla Libia grazie ai quali i ribelli sono riusciti ad allontanare i militari fedeli a Gheddafi dalla città di Ajdabiya in un momento critico per gli insorti. Intorno alla città gli attacchi hanno distrutto 11 carri armati (e 14 a Misurata), ha annunciato il portavoce dei ribelli Hamid Hassy. Le due città sono il punto più avanzato della resistenza degli insorti e in questi giorni sono state attaccate molto pesantemente dalle forze presidenziali.

Ajdabiya è centrale nella guerra, l’ultimo baluardo a ovest di Bengasi, capitale della rivolta: se dovesse cadere nelle mani di Gheddafi i rischi per gli insorti diventerebbero altissimi. Oltre ai colpi di mortaio sparati verso le loro postazioni, ci sono stati combattimenti e sparatorie in città e i fotografi hanno scattato immagini dei corpi di alcuni ribelli uccisi: le cifre dei morti tra sabato e domenica ad Ajdabiya variano tra gli otto e i trenta tra i ribelli: venti soldati fedeli a Gheddafi sono stati uccisi dai bombardamenti degli alleati.

Ieri il presidente del Sudafrica, insieme ad altre tre leader africani, ha incontrato Muammar Gheddafi a Tripoli, mentre un altro gruppo di delegati si sta dirigendo a est verso Bengasi per incontrare i ribelli e proporre un cessate il fuoco.

I punti chiave proposti dall’Unione Africana comprendono: un cessate il fuoco immediato, la distribuzione di aiuti umanitari, la protezione degli stranieri nel paese e l’apertura di un confronto politico tra regime e ribelli per mettere in piedi un piano di pace. Questi punti, ha spiegato Zuma, sarebbero stati accettati dalla delegazione di Gheddafi e spetterà ora ai ribelli dire la loro. Il presidente sudafricano sta già facendo ritorno nel proprio paese, mentre il suo ministro degli esteri e altri leader dell’Unione Africana incontreranno i ribelli nella giornata di oggi.

I capi dei ribelli dicono di voler analizzare con attenzione le proposte della delegazione dell’UA prima di prendere una decisione. Non sono però disposti a firmare nessun tipo di accordo che lasci Gheddafi al proprio posto. Alcuni rappresentanti dell’Unione Africana hanno confermato che in queste ore si è anche parlato delle possibili dimissioni di Gheddafi, ma senza fornire altri dettagli su tempi e modalità. «Tocca al popolo libico eleggere democraticamente i propri leader» ha spiegato alla BBC uno dei delegati dell’UA.