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  • Giovedì 3 marzo 2011

Nuove accuse contro Bradley Manning

L'analista che avrebbe passato i cables a Wikileaks è accusato di avere "aiutato il nemico" e rischia grosso

L’esercito americano ha fatto sapere che ci sono 22 nuovi capi d’accusa contro Bradley Manning, l’analista dell’esercito statunitense accusato di avere passato migliaia di rapporti diplomatici riservati a Wikileaks. Tra le nuove accuse c’è anche quella di “aiutare il nemico”, di aver causato “ingiustamente e arbitrariamente” la pubblicazione dei rapporti su internet rendendoli potenzialmente accessibili al nemico; di aver diffuso informazioni del ministero della Difesa: del furto informatico di svariati documenti pubblici. La nuova imputazione lo accusa inoltre di aver installato per due volte dei software non autorizzati sui sistemi informatici del governo: la prima tra febbraio e i primi di aprile 2010, l’altra il 4 maggio. Un comunicato stampa diffuso insieme alle accuse spiega che il software sarebbe stato usato per “estrarre informazioni segrete” dal sistema.

L’accusa di aver aiutato il nemico è senza dubbio quella più grave e secondo il codice militare è punibile con la pena di morte. L’esercito però ha rilasciato un comunicato stampa in cui dice di non richiedere l’applicazione della sentenza capitale, in questo caso. Se tutte le accuse fossero confermate Manning potrebbe essere condannato all’ergastolo. WikiLeaks – a cui Manning avrebbe passato i file copiati – ha scritto su Twitter che l’accusa di aiutare il nemico è “un attacco venidicativo nei confronti di Manning. Non c’è nessuna prova di una cosa del genere”. Ha aggiunto che l’accusa suggerisce che il nemico sarebbe proprio WikiLeaks: “si tratta di un grave insulto”. In realtà, nel capo d’accusa si legge che l’analista avrebbe favorito il nemico “attraverso mezzi indiretti”, il che farebbe pensare che il termine indichi le organizzazioni terroriste piuttosto WikiLeaks. L’avvocato difensore di Manning ha scritto su Twitter che questa è la “principale accusa” a carico del suo assistito. L’avvocato ha inoltre fatto sapere che tra maggio e giugno potrebbe iniziare l’udienza per stabilire se Manning debba essere processato da un tribunale civile o dalla corte marziale. Secondo molti, le nuove imputazioni sarebbero un tentativo del governo di fare pressioni su Manning e i suoi avvocati per convincerli a patteggiare e collaborare, così da evitare la corte marziale.

Da luglio Manning si trova nella base dei Marine a Quantico, in Virginia. Non sono note le sue condizioni, sebbene il suo avvocato abbia più volte denunciato il trattamento vessatorio a cui deve sottostare, costretto a passare tutte le sue giornate in isolamento e sotto continua sorveglianza. Al momento è in corso una perizia richiesta dalla difesa per determinarne la stabilità mentale, che potrebbe richiedere dalle due alle sei settimane. Per ora, le indagini avrebbero confermato che Manning ha effettivamente scaricato illegalmente sul suo computer decine di migliaia di documenti e li ha poi passati a una fonte esterna, ma al momento non ci sarebbero prove del fatto che li abbia passati a Julian Assange né che sia stato in contatto con lui.