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  • Sabato 5 febbraio 2011

Le rivoluzioni si potevano prevedere?

La politica americana si chiede se i servizi di intelligence potevano o dovevano fare meglio il loro mestiere

CAIRO, EGYPT - FEBRUARY 04: Anti-government protesters watch with an Egyptian flag on a rooftop on the edge of Tahrir Square February 4, 2011 in Cairo, Egypt. Clashes between anti- and pro-government factions in Egypt's central square quieted February 4, as anti-government protesters called for a "Day of Depature" and renewed demands for Egyptian President Hosni Mubarak to step down. (Photo by Chris Hondros/Getty Images)
CAIRO, EGYPT - FEBRUARY 04: Anti-government protesters watch with an Egyptian flag on a rooftop on the edge of Tahrir Square February 4, 2011 in Cairo, Egypt. Clashes between anti- and pro-government factions in Egypt's central square quieted February 4, as anti-government protesters called for a "Day of Depature" and renewed demands for Egyptian President Hosni Mubarak to step down. (Photo by Chris Hondros/Getty Images)

Nell’apparato che si occupa della sicurezza nazionale, in uno stato, lo scopo dei servizi di intelligence è raccogliere informazioni: sapere le cose prima che queste accadono, così da esserne informati, potersi preparare e potere intervenire adeguatamente, se lo si ritiene necessario. Il tutto attraverso i canali diplomatici, le ambasciate, la stampa, gli informatori. Alla luce di tutto questo, il sito di CNN pone oggi una questione interessante: è rivolta all’intelligence statunitense ma potrebbe tranquillamente essere allargata a quella dei paesi mediterranei, Italia compresa. Come mai nessuno aveva idea di quanto era pronto a succedere in Egitto e in Tunisia?

La Casa Bianca ha smentito le voci che parlavano proprio del disappunto del presidente Obama per la scarsità di informazioni ricevute prima dell’inizio della crisi. “Ci sono volumi interi di rapporti riguardo le possibili situazioni di instabilità in Egitto, in Tunisia e in giro per il mondo”, ha detto il portavoce dell’amministrazione, Robert Gibbs. Il capo di stato maggiore, l’ammiraglio Mike Mullen, giovedì sera in tv ha detto che quanto accaduto ha colto tutti di sorpresa. “Da un certo punto di vista, ce ne siamo accorti nel momento in cui è successo”.

Vari dirigenti dell’esercito hanno detto alla CNN che per diversi giorni non avevano le idee chiare su quello che stava accadendo, e che le trasmissioni televisive sono stati l’unica loro fonte di informazioni. Ora sembra che il Congresso sia pronto a mettersi in mezzo: diversi senatori vogliono sapere se i servizi di intelligence erano a conoscenza della situazione e avevano informato adeguatamente la Casa Bianca e l’esercito. Riferendo a una commissione del Senato, il vice direttore della CIA Stephanie O’Sullivan ha detto che alcuni degli ultimi eventi semplicemente non potevano essere previsti. “Sapevamo dell’instabilità. Non sapevamo quale sarebbe stata la scintilla e quando sarebbe arrivata”. Il repubblicano più importante della commissione, il senatore Saxby Chambliss, ha chiesto ai servizi di intelligence di fornire al congresso una tabella che indichi quali informazioni sono state fornite a Obama e in quale momento.

“Non ci aspettiamo certo che l’intelligence preveda il futuro, ma vogliamo essere certi che i servizi abbiano avuto le idee chiare sulla situazione sul campo e su tutte le possibili implicazioni di queste rivolte”. Il deputato Mike Rogers, repubblicano, presidente della commissione sull’intelligence della Camera, è un ex agente dell’FBI e tende ad assolvere i suoi colleghi. “L’intelligence non è una sfera di cristallo. Ha dei limiti, specie davanti a scenari così complessi e alle imprevedibili interazioni tra milioni di persone”.

foto: Chris Hondros/Getty Images