Dopo essersene occupato nel 2007, il settimanale tedesco Spiegel oggi racconta nuovamente la storia di Jamel, un piccolo paese dell’estremo nordest della Germania. E per raccontarla parte dalla storia di una coppia, Horst e Birgit Lohmeyer, che per sei anni ha lavorato allo scopo di realizzare il suo sogno: comprare e ristrutturare una casa in un bosco, e andare a vivere lì. D’altra parte Birgit Lohmeyer scrive romanzi gialli, suo marito è un musicista: entrambi possono lavorare anche lontano dalle grandi città.
Trovare questa casa non fu semplice. Per mesi i Lohmeyer, che vivevano ad Amburgo, passarono tutti i weekend in giro per boschi e campagne alla ricerca di una casa che facesse al caso loro. La maggior parte di queste, però, costava troppo. Pensavano quindi di non potercela fare quando scoprirono una bella ed economica casa in mattoni rossi nel bosco vicino a Jamel. Un po’ fatiscente ma molto bella: vicino al mar Baltico, poco distante da un lago, circondata da tigli e aceri. Un affare. Sapevano che poco distante da lì viveva Sven Krüger, un membro molto in vista del partito di estrema destra NPD, ma gli sembrava che la cosa non avesse peso. Quello che non sapevano, infatti, è che gli altri vicini di casa erano terrorizzati da Krüger, e che lui e i suoi sodali si stavano praticamente comprando l’intero paese.
Qui bisogna fare una parentesi, perché quello di Jamel non è un caso eccezionale. Il partito di Sven Krüger è il Partito Nazionaldemocratico, la sua sigla è NPD e di fatto è un partito neonazista. La regione in cui si trova Jamel, quella di Mecklenburg, è da anni una delle loro roccaforti: è una regione rurale, cambiata poco rispetto a quando faceva parte della Germania est, nel cui parlamento locale i neonazisti hanno ottenuto dei seggi già nel 2006 e in cui i reati commessi dai loro militanti sono parte della vita quotidiana.
Non passa settimana, scrive lo Spiegel, senza che si registrino attacchi a questo o quel partito politico. Finestre spaccate, oggetti danneggiati, bombe di vernice, scritte sui muri. Un sindaco della regione ha chiesto di avere la scorta dopo essere stato più volte minacciato da militanti di estrema destra. L’ufficio dell’intelligence tedesca per gli affari interni ha più volte messo in guardia le autorità sulla crescente influenza del NPD nelle municipalità locali. Jamel, per esempio, è un posto ormai nelle loro mani. “Se gli estremisti di destra se ne andassero”, scrive lo Spiegel, “la città resterebbe vuota. Jamel non è più un problema regionale: persino a Berlino c’è una crescente preoccupazione riguardo la situazione”.
Torniamo ai Lohmeyer. Si sono trasferiti qui nel 2004. Hanno cominciato a mettere mano alla casa, nel frattempo prendevano contatto coi vicini, Krüger escluso. Nel giro di poche settimane capirono in che posto erano finiti. Molte case erano in pessime condizioni, a una era completamente crollato il tetto. La fermata dell’autobus era una discarica: copertoni, bottiglie di birra, bombolette del gas. Alcune proprietà erano circondate da alte recinzioni metalliche e protette da cani da guardia. Una svastica era disegnata sul cartello “Jamel” all’ingresso del paese: nessuno si era preoccupato di cancellarla. Per le strade c’erano un sacco di ragazzi con la testa rasata e i pantaloni militari. Durante il weekend si sentiva molta musica rock di gruppi nazisti e poi spari provenienti dal bosco, dove i ragazzi andavano a sparare ed esercitarsi. Quando i Lohmeyers si facevano un giro, i ragazzini li salutavano facendogli il saluto nazista. L’intero paese era nelle mani di Sven Krüger.