L’Italia se la prende col Brasile

Congelato un trattato commerciale, forse si farà un ricorso alla Corte dell'Aia sull'estradizione di Battisti

Brazil's President Luiz Inacio Lula da Silva (L) and Italy's Prime Minister Silvio Berlusconi are seen during a ceremony at Sao Paulo's State Industry Federation (FIESP) headquarters, in Sao Paulo, Brazil, on June 29, 2010. AFP PHOTO/Mauricio LIMA (Photo credit should read MAURICIO LIMA/AFP/Getty Images)
Brazil's President Luiz Inacio Lula da Silva (L) and Italy's Prime Minister Silvio Berlusconi are seen during a ceremony at Sao Paulo's State Industry Federation (FIESP) headquarters, in Sao Paulo, Brazil, on June 29, 2010. AFP PHOTO/Mauricio LIMA (Photo credit should read MAURICIO LIMA/AFP/Getty Images)

Il 31 dicembre il governo brasiliano ha comunicato di aver respinto la richiesta dell’Italia per l’estradizione di Cesare Battisti, condannato a due ergastoli per una serie di reati commessi alla fine degli anni Settanta. Abbiamo raccontato qui l’intera storia di Cesare Battisti, dei suoi controversi processi, della sua latitanza e dei tentativi fatti dall’Italia per ottenere la sua estradizione nel corso di questi ultimi anni. Il presidente brasiliano uscente, Lula, ha deciso nel suo ultimo giorno di mandato, con l’intenzione di non lasciare che la nuova presidente Dilma Rousseff ereditasse una tale patata bollente. Questo però potrebbe avvenire comunque, visto che la questione non sembra ancora chiusa.

L’Italia ha subito mostrato delusione e nervosismo di fronte alla decisione del governo brasiliano. Oltre alle combattive dichiarazioni dei ministri Frattini e La Russa, infatti, va registrata la dura lettera inviata a Lula dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel negare l’estradizione e concedere a Battisti lo status di rifugiato politico, infatti, il Brasile implica che in Italia questo rischi di essere perseguitato e possa vedere compromessa la propria incolumità. Stando a quanto raccontano i giornali di oggi, poi, Napolitano sarebbe irritato anche per la mancata telefonata di Lula, che aveva promesso di comunicargli a voce l’avvenuta decisione ma poi non si sarebbe fatto sentire, aggiungendo un altro sgarbo a una situazione già piuttosto instabile.

Il ministro degli esteri Frattini ha scritto una lettera alla presidente Dilma Rousseff, che al contrario di Lula si è detta favorevole all’estradizione di Battisti, nel rispetto di quanto consigliato dal massimo organo giudiziario brasiliano e dello stesso trattato bilaterale vigente tra Italia e Brasile. D’altra parte lo stesso presidente di turno della Corte suprema brasiliana, Cezar Peluso, ha già detto che non darà seguito alla richiesta di Lula fino alla riunione dell’assemblea plenaria del Supremo Tribunal Federal. Poi ci sono altre due mosse alle quali ricorrerà l’Italia. La prima è il temporaneo congelamento del trattato militare sottoscritto nei mesi scorsi e che avrebbe dovuto essere ratificato questo mese: è un trattato che contiene i termini di un accordo industriale e commerciale, e certamente per il momento il suo congelamento nuoce più all’Italia che al Brasile, che però non può permettersi di far passare di sé l’immagine di un paese ancora politicamente immaturo e inaffidabile. Intervistato dal Corriere della Sera, poi, Frattini ha annunciato anche la possibilità di un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia, all’Aia, il principale corpo giudiziario delle Nazioni Unite.

foto MAURICIO LIMA/AFP/Getty Images