La storia dell’attentato a Fini

Cosa sappiamo dell'editoriale di Belpietro che avanza due ipotesi surreali su Gianfranco Fini

Un editoriale di Maurizio Belpietro pubblicato questa mattina su Libero sta moderatamente agitando la giornata politica, reduce dal torpore degli ultimi due giorni. L’articolo si intitola “Su Gianfranco iniziano a girare strane storie…”. Il direttore di Libero vi racconta due storie che gli sono state riferite da “persone di cui ho accertato identità e professione”, mette le mani avanti dicendo che “toccherà ad altri accertare i fatti” e parte col racconto.

La prima storia riferita da Belpietro è ambientata ad Andria, in Puglia. Secondo il direttore di Libero “qualcuno avrebbe progettato un brutto scherzo contro il presidente della Camera” e si sarebbe rivolto a un criminale promettendogli 200 mila euro in cambio del “ferimento di Fini”: l’autore dell’agguato avrebbe la garanzia del silenzio sui mandanti e “l’impegno di attribuire l’organizzazione dell’agguato ad ambienti vicini a Berlusconi, così da far ricadere la colpa sul presidente del Consiglio”. La seconda storia invece è ambientata a Modena, in Emilia Romagna. Il protagonista stavolta è una donna, una prostituta, il cui nome e numero di telefono “compaiono su un sito in cui decine di professioniste di tutta Italia offrono i loro servigi”. Questa dice di essere nipote di un vecchio camerata e di avere avuto dei rapporti sessuali con Gianfranco Fini, in cambio dei quali “avrebbe ricevuto mille euro in contanti”.

Belpietro conclude l’articolo dicendo che saranno i magistrati a verificare l’attendibilità di quanto gli è stato riferito, se vorranno, e spiegando che ha deciso di occuparsene su Libero perché se fossero vere ci sarebbe da preoccuparsi “per l’incolumità del presidente della Camera al fine di alimentare un clima di tensione nel Paese” e perché Fini “dopo aver fatto il moralista con Berlusconi ora sarebbe inciampato in una vicenda a sfondo erotico peggiore di quelle rimproverate al Cavaliere”. Se fossero false, invece, “c’è da domandarsi perché le due storie spuntino in prossimità dello scontro finale tra Fini e il capo del governo”. Belpietro avanza anche l’ipotesi che si tratti di “polpette avvelenate che hanno come obiettivo quello di intaccare la credibilità di Libero”. La procura di Trani, competente per il territorio di Andria, ha deciso di aprire un’indagine conoscitiva, per il momento senza avanzare ipotesi di reato. La stessa cosa è stata fatta dalla procura di Milano, che ha sentito per due ore Maurizio Belpietro.

Fin qui, le pochissime cose che sappiamo. A queste vanno aggiunte due cose, almeno. La prima è che, nonostante su vari organi di stampa oggi si legga il contrario, Belpietro nel suo editoriale non accusa affatto Fini di volersi “fare un attentato da solo”, come Repubblica ha scritto a lungo oggi addirittura tra virgolette. Sebbene l’articolo del direttore di Libero sia scritto con un linguaggio molto vago, in nessun passaggio si allude a un intervento di Fini, diretto o indiretto, nella progettazione del presunto attentato. La seconda cosa è frutto proprio del linguaggio molto vago utilizzato da Belpietro, e della singolarità degli episodi di cui racconta.

Al di là del fatto che entrambe le vicende siano ambientate in luoghi facilmente accomunabili alla sinistra, la Puglia e l’Emilia Romagna, la cosa strana è che queste siano immediatamente riconducibili a episodi occorsi a Berlusconi o addirittura allo stesso Belpietro. Quando Silvio Berlusconi fu aggredito da uno squilibrato in piazza del Duomo, lo scorso dicembre, non poche persone a sinistra sostennero la tesi che quell’attentato potesse essere stato propiziato a scopo propagandistico dallo stesso entourage del premier. Tesi del genere furono ancora più diffuse nel caso del misterioso attentato subìto da Maurizio Belpietro pochi mesi fa, quando il Corriere della Sera ipotizzò che fra gli stessi carabinieri circolasse la tesi per cui l’agente di scorta del direttore di Libero si fosse inventato tutto. La seconda storia, quella sulla prostituta, è ancora più emblematica: per mesi Silvio Berlusconi è stato tirato in mezzo dalle dichiarazioni di escort e prostitute, per mesi parte dei suoi oppositori le ha ritenute affidabili.

In attesa di capire ulteriori dettagli sulla vicenda, dal direttore di Libero e dalla procura di Trani, esiste anche l’ipotesi che Belpietro stia tentando di far cadere in contraddizione i suoi avversari: portarli a definire inattendibili e surreali le dichiarazioni prive di prove di questa o quella prostituta, o le ipotesi su attentati progettati al fine di fare propaganda politica a questo o quel personaggio. Per poi chieder loro conto del perché non abbiano valutato allo stesso modo i casi che hanno coinvolto il presidente del Consiglio oppure sé stesso. In questo caso, l’inchiesta conoscitiva della procura di Trani potrebbe trasformarsi in un’inchiesta per procurato allarme ai danni di Belpietro. Va detto che anche questa è un’ipotesi piuttosto surreale. Ma in questa storia, quale non lo è?