L’indagine sulle due bombe di Stoccolma

La polizia britannica ha perquisito una casa vicino Londra, dove avrebbe vissuto il presunto attentatore

Aggiornamento 13.46: l’uomo sospettato di essere l’attentatore di Stoccolma era stato espulso dalla moschea che frequentava a Luton, in Gran Bretagna, per le sue opinioni estremiste.

Aggiornamento 12.14: è stato il sospetto Taimour Abdulwahab ad inviare il messaggio d’avvertimento all’agenzia di stampa TT pochi minuti prima delle due esplosioni. La polizia svedese è ora “certa al 98%” che l’attentatore sia lui.

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Sabato due esplosioni quasi simultanee hanno colpito il centro di Stoccolma, ferendo due persone e uccidendo un uomo che si sarebbe fatto esplodere. È ormai quasi certo che si tratti di un attentato terroristico, e l’intelligence svedese Säpo sta seguendo una prima pista che porta a Luton, nel nord di Londra, dove ieri sera la polizia britannica ha perquisito la casa del presunto attentatore.

Secondo quanto affermato da un sito internet islamico vicino ad Al Qaida, l’uomo trovato nell’auto sarebbe Taimour Abdulwahab al-Abdaly, uno svedese nato in Iraq che ha vissuto parte della sua vita in Gran Bretagna. Taimour Abdulwahab al-Abdaly ha studiato all’Università di Bedfordshire a Luton, cinquanta chilometri a nord di Londra.

Alle 10.55 di ieri sera la polizia britannica ha spiccato un mandato d’arresto e perquisito la sua casa sotto la Legge Antiterrosimo del 2000, senza trovare alcun materiale compromettente; oggi la perquisizone dovrebbe continuare. L’uomo avrebbe passato molto tempo nella sua casa inglese e, secondo il quotidiano svedese Dagens Nyheter, sarebbe andato in Giordania solo poco tempo fa. Stava cercando moglie sul sito islamico di incontri Muslima.com, dove come indirizzo aveva indicato quello di Luton. La sua automobile è stata invece immatricolata in Svezia.

Il premier svedese Fredrik Reinfeldt, leader della coalizione di centrodestra, ha detto che la polizia sta ancora indagando su quanto accaduto, e ha chiesto ai cittadini di rimanere calmi.

«La polizia sta trattando il caso come azione terroristica», ha detto, chiedendo poi agli svedesi di non «saltare a conclusioni affrettate» e di non permettere che i risultati preliminari dell’inchiesta creino tensioni con la crescente popolazione immigrata svedese, che include circa 450mila musulmani. «L’apertura mentale della Svezia è un bene per cui vale la pena darci del tempo per arrivare in fondo a questa storia. La nostra democrazia funziona bene, chi si sente frustrato o arrabbiato ha l’opportunità di esprimerlo senza ricorrere alla violenza».

Pochi minuti prima delle due esplosioni l’agenzia di stampa svedese TT ha detto di avere ricevuto una mail contenente minacce contro la Svezia e il popolo svedese. La mail conteneva anche due allegati con messaggi audio in svedese e in arabo, nei quali si criticavano la presenza militare in Afghanistan e il silenzio della Svezia sulla vicenda delle vignette di Maometto del disegnatore Lars Vilks, che proprio per le sue opere considerate dissacratorie dagli islamici era stato vittima di un’aggressione lo scorso maggio. «Le nostre azioni parleranno da sè. Fino a quando non finirete la vostra guerra contro l’Islam, le umiliazioni al profeta e il vostro stupido sostegno al maiale Vilks».