Intanto, nel mondo
Wikileaks a parte, la vita continua: i muri esplodono, i bambini giocano, i trafficanti scappano
![Steel workers take a break after working with molten steel at Ittehad Steel Mill Islamabad, Pakistan on November 29, 2010. Workers involved in steel making and casting at the mill work in one hour shifts due to the extreme heat and concentration required to work safely. AFP PHOTO/Carl de Souza (Photo credit should read CARL DE SOUZA/AFP/Getty Images)](https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2010/11/minia.jpg)
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Nel giorno che ha preoccupato i governi di tutto il mondo, in giro le cose sono andate avanti più o meno come al solito. In Libano ci si laurea, a Rio de Janeiro si gioca e si dà la caccia ai trafficanti, a Kandahar si dorme e si fanno esplodere dei muri, a Islamabad si riposa e a Hong Kong si lavora. A Karachi un aereo precipita, in Scozia un treno va lento tra la neve. Ad Haiti c’è poca elettricità, e le schede elettorali si contano con le candele.