La nipote di Mubarak

Adriano Sofri scrive a Giuliano Ferrara su Berlusconi, sulla sconfitta e su certi ritrovati idraulici

Stamattina sul Foglio Adriano Sofri risponde nella sua rubrica quotidiana al battagliero editoriale di ieri di Giuliano Ferrara in difesa del PresdelCons.

Caro Giuliano, non mi sono affatto stupito del sostegno che hai voluto esprimere a Berlusconi anche nel caso della Nipote di Mubarak (anticipo e suggerisco un gran titolo agli innumerevoli volumi istantanei che segneranno altrettante fortune personali, per sventare almeno i più probabili titoli col Bunga bunga). Non mi sono stupito, perché fra le tue doti maggiori c’è il disinteresse – ciò che molti tuoi odiatori non sanno capire, anche perché il vero disinteresse è un sentimento prepotente di pochi, e i più lo confondono con l’interesse marginale, l’interesse di opposizione o l’opposizione d’interesse, chiamiamolo). L’ultima delle cose che faresti è bastonare o anche solo abbandonare l’uomo, e a maggior ragione il cane, che affoga, e dunque le tue distanze da B. non possono che attenuarsi man mano che la sua stella tramonta, e rischiano di annullarsi una volta che si spenga del tutto. Solo che anche per questo verso la vicenda di B. comporta un’anomalia, e vorrei muoverti l’obiezione che ne discende. Stare per principio o per vocazione dalla parte di chi perde è una magnanima tentazione, che conosco benissimo, per avervi sempre ceduto e perché altri le hanno ceduto nei miei confronti: però alla lunga non basta.

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