Ma quant’è brutto il nuovo logo di Gap?

La povertà dell'operazione di restyling ha infuriato fan dell'azienda e professionisti del design

di Elena Favilli

Gap è uno dei marchi di abbigliamento più popolari negli Stati Uniti (oltre mille negozi) ed è ormai molto diffuso anche in Asia e Europa (oltre trecento negozi). L’azienda ha deciso qualche giorno fa di dare una rinfrescata alla propria immagine presentando un nuovo logo, che sta facendo molto parlare in rete in questi giorni. Il vecchio logo era un quadrato blu con la scritta Gap “graziata”, e la sua essenzialità lo aveva reso una delle icone dell’abbigliamento americano più note e riconoscibili. Nel nuovo logo, invece, il quadrato blu che prima faceva da sfondo è diventato un piccolo quadratino piazzato in alto a destra sulla P di Gap, e il font graziato (Spire) è stato sostituito con l’Helvetica.

Prima:

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Dopo:

La povertà dell’operazione di restyling – introdotta sul sito dell’azienda lunedì scorso – ha scatenato le critiche più spietate sia dei fan di Gap che degli esperti di grafica: i primi infuriati per avere visto sostituire l’icona a cui erano affezionati con qualcosa che sembra fatto con Microsoft Paint, i secondi increduli di fronte a tanta mancanza di professionalità. Qualcuno aveva anche messo in piedi un sito per prenderli in giro, Crap Logo. Fino a ieri – già oggi il sito non è più accessibile – si entrava, si scriveva una parola a caso e la si vedeva trasformata automaticamente in un logo realizzato sul modello di quello di Gap: Helvetica e quadratino blu in alto a destra.

Qualcun altro invece ha aperto su Twitter l’account @GapLogo, in cui negli ultimi giorni sono continuate a rimbalzare le peggiori critiche sul logo e sulle scelte di comunicazione dell’azienda. Che è riuscita a infiammare ancora di più il dibattito con il messaggio che ha diffuso ieri pomeriggio attraverso la sua pagina Facebook:

Grazie a tutti per i vostri contributi al nostro nuovo logo! Abbiamo avuto lo stesso logo per oltre venti anni, e questa è solo una delle cose che stiamo cambiando. Sappiamo che questo logo ha aperto una grande discussione e siamo entusiasti di vedere dispiegarsi un dibattito così appassionato! Per questo vogliamo chiedervi di condividere con noi le vostre proposte. Amiamo la nostra versione, ma ci piacerebbe vedere anche altre idee. Restate in contatto per ulteriori dettagli nei prossimi giorni su questo progetto di crowdsourcing.

Il tentativo di salvarsi dalle critiche lanciando il progetto di realizzare un nuovo logo a partire dalle proposte grafiche inviate dagli utenti è sembrato ancora più offensivo, soprattutto a chi si occupa di design e grafica in modo professionale. Anche Information Architects è intervenuto nella discussione in corso con alcuni tweet:

Il nuovo logo non ha carattere, è noioso e poco eccitante proprio come Gap.

L’altro appunto sulla discussione Gap: i designer devono essere pagati perché lavoro = tempo. No. Dobbiamo essere pagati perché creiamo valore.

La polemica ha acquistato una tale risonanza che il presidente di Gap, Marka Hansen, è intervenuta direttamente sul suo blog nello Huffington Post, spiegando i motivi dell’operazione.

Il nostro brand e i nostri vestiti stanno cambiando, ripensare il nostro logo è parte di questo cambiamento. Vogliamo che i nostri clienti sappiano che cos’è Gap e che cosa rappresenta oggi. Abbiamo scelto questo logo perché è più contemporaneo e attuale. Rende onore all’eredità di Gap attraverso il quadrato blu e allo stesso tempo la spinge in avanti. Ora, visto l’appassionato dibattito che ne è seguito, abbiamo deciso di coinvolgere i nostri clienti in un dialogo, prendere in considerazione i loro feedback e lavorare insieme mentre ci incamminiamo verso una nuova fase per l’azienda. Dal dibattito che è emerso online, è chiaro che Gap ha una forte connessione con i suoi clienti, quindi fare leva su questa energia è la cosa giusta da fare. Abbiamo postato un messaggio sulla nostra pagina Facebook che dice che abbiamo intenzione di chiedere alle persone di condividere con noi le loro proposte grafiche e siamo felici della partecipazione che abbiamo riscontrato fino a questo momento. Spiegheremo meglio i dettagli su come ognuno potrà proporre le sue idee tra pochi giorni. Grazie a tutti quelli che hanno già contribuito alla conversazione su Facebook. Sono eccitata di vedere crescere ancora questa conversazione e credo appassionatamente nella direzione in cui stiamo portando il nostro brand.

L’intervento ovviamente non ha fermato le critiche in rete e anche oggi su Twitter gli utenti hanno continuato a sbeffeggiare il logo e le scelte aziendali. «Il team del marketing è nascosto in un angolo a mangiare Ben & Jerry’s e a bere scotch», scrivono. E qualcuno ha ricordato il caso Tropicana, un succo di frutto molto diffuso negli Stati Uniti che vide crollare le sue vendite del 20 per cento dopo uno sfortunato caso di restyling e che fu poi costretto a tornare al vecchio stile: «Peter Arnell (il designer che aveva progettato il restyling di Tropicana, ndr) ha appena chiamato. Non ha detto niente, abbiamo solo sentito che rideva».

Aggiornamento: Gap è tornata sui suoi passi e, in seguito alle polemiche, ha dichiarato che non cambierà logo.