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  • Giovedì 7 ottobre 2010

La Nigeria al buio

Solo il 40 per cento dei nigeriani ha accesso alla rete elettrica, e solo per dieci ore al giorno

Nonostante sia il settimo paese esportatore di petrolio al mondo, da decenni la Nigeria soffre di continue interruzioni di elettricità. CNN scrive che negli anni il problema è diventato uno dei punti principali nei programmi dei governi, che hanno però puntualmente fallito nel tentativo di risolverlo. Ora il presidente Goodluck Jonathan ha presentato un Piano per il Settore Energetico che spera di mettere fine a questa situazione.

Amara Nwankpa, un consulente informatico 32enne di Abuja, ha creato il sito Light Up Nigeria per dare voce al problema e incoraggiare le persone a segnalare le interruzioni dell’elettricità. Dice: «Meno della metà della popolazione ha accesso alla rete elettrica [il 40 per cento, secondo un rilevamento]; di solito ce l’hanno per nove o dieci ore al giorno, ma qualche volte manca per tre o quattro giorni interi». Chi può compra dei generatori, ma sono costosi sia per i privati che per le aziende. Nwankpa stima che molti proprietari di casa spendano tra i 3mila e i 5mila dollari all’anno in carburante per i propri generatori, e un rapporto della Commissione Energetica della Nigeria ha stimato che la spesa totale dei privati per la generazione autonoma dell’energia si attesta sui 5.1 miliardi di dollari all’anno.

Le continue interruzioni improvvise di elettricità portano danni enormi, tanto ai cittadini quanto alla nazione, da un punto di vista economico e commerciale. Il problema incide tanto su aspetti più quotidiani — Nwankpa cita l’impossibilità di cucinarsi una cena, l’interruzione di una partita della squadra per cui tifi, il costante rumore dei generatori in giro per la città — tanto su aspetti su larga scala, come la produttività delle aziende e i costi che devono sostenere per mandare avanti generatori propri. Secondo Nwankpa tra il 20 e il 30 per cento dei ricavi di una società vengono spesi in carburante.

«È molto difficile portare avanti un’azienda in questo genere di situazione, in cui non puoi sapere quando avrai l’elettricità. Conosco aziende che si sono trasferite in Ghana perché hanno scoperto che era più economico importare i prodotti piuttosto che farli in Nigeria, e questo ha tolto il lavoro a molti nigeriani». L’associazione degli industriali ha dichiarato che nell’ultimo decennio 820 aziende manifatturiere hanno chiuso o si sono trasferite all’estero, incolpando tra i vari fattori anche la mancanza di fornitura elettrica.

Il problema aumenta di gravità negli ospedali, a cui capita spesso di passare giorni interi senza elettricità a causa di generatori non funzionanti. I dottori svolgono operazioni alla luce di lampade al cherosene o a quella dei loro telefoni cellulari; l’anno scorso dodici persone ferite in un incidente stradale sono state trasportate in un ospedale a cui mancava l’elettricità da giorni.

Si spera ora che il piano del presidente Jonathan possa migliorare la situazione, tagliando gli sprechi e migliorando il sistema elettrico della nazione. Il documento si apre con questa dichiarazione di intenti:

“Sono consapevole che ciò che faremo con l’industria energetica sarà determinante per il futuro della Nigeria, se rimarrà ancora al buio o potrà unirsi alle altre nazioni nella corsa allo sviluppo”.

Oltre al miglioramento delle reti elettriche, qualcuno — come le organizzazioni Solar Jooce e Solar Wizard Nigeria — propone di risolvere il problema investendo nell’energia solare.