Il fondatore di Facebook chiede rispetto per la sua privacy

Un uomo ha fatto causa a Mark Zuckerberg reclamando la proprietà dell'84% del social network

Il 30 giugno scorso Paul Ceglia, un cittadino newyorkese, ha fatto causa a Mark Zuckerberg reclamando il possesso dell’84 per cento del pacchetto azionario Facebook. Secondo Ceglia, proprietario di un’azienda che produce combustibile ricavato dal legno in pellet, il fondatore del più celebre social network del mondo avrebbe firmato nel 2003 — quindi qualche mese prima del lancio del sito, avvenuto nel gennaio 2004 — un contratto che passava a lui il controllo della società privata.

Zuckerberg, scrive Reuters, teme ora che nell’ambito della denuncia sia costretto a rivelare dettagli sulla propria vita privata, e che sia questo uno degli obiettivi di Ceglia. Non è ancora chiaro quali siano i dettagli che Ceglia mirerebbe a svelare, o quali quelli che Zuckerberg vorrebbe tenere nascosti. Di certo la preoccupazione di Zuckerberg suona quantomeno ironica — e contraddittoria — arrivando da un uomo che ha più volte dichiarato di «non credere nella privacy» e di considerarla morta, e che ha fondato un social network al centro di ripetute polemiche per i suoi debolissimi (e spesso volontariamente complessi) sistemi a difesa della riservatezza degli utenti.

Ora Ceglia sta cercando di riportare il processo davanti alla corte statale di New York, dopo che Zuckerberg era riuscito a farlo diventare un caso federale.

«[I legali di Ceglia] hanno portato avanti questa mozione per perseguire l’imputato con il pretesto di ottenere le prove giudiziare indagando nella vita privata di Zuckerberg», hanno dichiarato i suoi avvocati.

Secondo la versione dei suoi legali, il 28 aprile 2003 Ceglia avrebbe firmato un contratto per lo sviluppo del social network Facebook in cambio di 1.000 dollari e del 50 per cento delle azioni del prodotto finale. Nel contratto era anche previsto che Ceglia avrebbe ricevuto l’uno per cento in più delle azioni ogni giorno fino alla fine della realizzazione del sito, che sarebbe avvenuta 34 giorni dopo. Il che giustificherebbe l’attuale 84% reclamato.

I legali di Zuckerberg hanno avanzato il sospetto che il contratto sia stato falsificato, e hanno definito l’accusa «del tutto inconsistente». Il fondatore di Facebook ha confermato di aver lavorato per Ceglia, che lo aveva trovato sul sito di annunci Craigslist, e durante un’intervista a ABC World News ha dichiarato di «essere completamente sicuro di non aver firmato alcun contratto che gli desse la proprietà di Facebook.» Zuckerberg aveva inoltre lavorato come sviluppatore per Ceglia a un progetto chiamato StreetFax.