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  • Mercoledì 30 giugno 2010

Si elegge il presidente tedesco, c’è in ballo di più

Il cancelliere punta sul suo candidato Wulff per consolidare la coalizione e recuperare consensi all'interno del partito e tra gli elettori

Tra poche ore la Germania avrà un nuovo presidente della repubblica. A mezzogiorno l’Assemblea Federale (parlamentari e delegati dagli stati della federazione) si riunirà nel Bundestag per eleggere il nuovo capo dello stato, scegliendo tra il candidato proposto dalla maggioranza di centrodestra di Angela Merkel, Christian Wulff, e Joachim Gauck proposto dal centrosinistra. La carica del presidente tedesco è principalmente rappresentativa e non dà molti poteri, ma l’elezione è diventata molto importante per il futuro politico della Merkel e la sopravvivenza del suo stesso governo.

Nonostante il cancelliere sia stato rieletto lo scorso settembre, la sua popolarità è progressivamente diminuita nel corso degli ultimi mesi a causa della crisi economica, delle divisioni all’interno della sua fazione politica e dello scontento dei cittadini, chiamati a misurarsi con una considerevole mole di tagli alla spesa pubblica per mantenere i conti della Germania in ordine. Angela Merkel mira dunque a una rapida elezione del candidato che ha proposto per rilanciare la propria immagine, dimostrando ai tedeschi di avere ancora saldamente in mano il potere e di essere sostenuta da una maggioranza solida e unita.

Nell’Assemblea Federale, Merkel detiene virtualmente la maggioranza dei voti con 21 delegati di scarto rispetto all’opposizione grazie all’alleanza tra Unione Cristiano Democratica (CDU), Unione Cristiano-Sociale (CSU) e Partito Liberale Democratico (FDP). I numeri sembrano essere dalla parte del cancelliere, ma i votanti saranno complessivamente 1.244 e il candidato di centrodestra Wulff è ritenuto debole da molti osservatori politici, specialmente al confronto con Gauck proposto dal centrosinistra.

Christian Wulff è l’attuale governatore della Bassa Sassonia e grazie al suo incarico gode di una buona popolarità, che non è però comparabile con quella di Joachim Gauck, attivista per la tutela dei diritti civili nei difficili anni della Germania dell’Est ed esperto degli archivi della polizia segreta oltre la cortina di ferro, la Stasi. Il candidato di centrosinistra può contare su numerosi estimatori anche sul fronte conservatore e si teme dunque che alcuni delegati dell’Assemblea decidano per Gauck, rendendo ancor più risicato lo scarto necessario per far eleggere Wulff. I delegati non hanno alcun vincolo di mandato e sono liberi di votare il candidato che preferiscono, dunque i partiti possono dare solamente un indirizzo e una indicazione di voto non vincolante.

Ma nel centrosinistra in molti non digeriscono la candidatura di Gauck per le sue posizioni conservatrici sull’economia e sull’immigrazione, e la scelta è stata condizionata da una precisa volontà politica: mettere ulteriormente in difficoltà il governo di Angela Merkel. L’opposizione ha scelto un candidato che potrebbe drenare voti tra le fila dei conservatori nella speranza di non far eleggere Wulff, cosa che porterebbe scompiglio nella coalizione di centrodestra e indebolirebbe la leadership del cancelliere, spiega lo Spiegel in un lungo articolo nel quale analizza anche la scelta di Angela Merkel di puntare su Wulff.

Merkel, che ha trascorso 36 anni della propria vita nella Germania dell’Est prima di entrare in politica, non è mai stata una componente tradizionale della CDU. Ciò le ha consentito di riformare il partito, renderlo più vicino alle cause ambientaliste e dargli qualche piccola spinta verso sinistra. Per fare questo, ha bloccato i vecchi baroni della Germania Ovest del partito rendendoli marginali. […] Wulff è uno degli ultimi di questi uomini di rilievo della CDU. Nella sua lotta per tenerli alla larga e modernizzare il partito nell’ultimo decennio, Merkel, la protestante venuta dall’Est, ha utilizzato molti crediti nell’area occidentale, dominata dai cattolici vicini alla CDU.

Il cancelliere non poteva dunque rischiare di mettere ancora a dura prova il partito nominando un candidato indipendente, magari più attraente di Wulff, ma meno spendibile politicamente per gli equilibri all’interno della coalizione e per estensione del governo. In un certo senso, la candidatura di Wulff è stata una scelta obbligata anche se tra il cancelliere e il governatore pare non corra buon sangue, con il secondo che non rinuncia mai a parlar male di Angela Merkel a microfoni spenti.

Come sarà eletto il presidente?
In Germania il presidente della repubblica non viene eletto direttamente dal popolo, ma dall’Assemblea Federale il cui unico compito è proprio quello di eleggere il nuovo capo dello stato. Dell’Assemblea fanno parte tutti i membri del parlamento, attualmente sono 622, cui si aggiungono altri 622 delegati inviati dai singoli governi locali tedeschi.

Il numero di delegati inviato da ciascuno stato della repubblica federale dipende dalla popolazione: il Nord Reno-Westfalia, lo stato tedesco più popoloso, manda il maggior numero di delegati, mentre Brema ne manda meno di tutti (conta meno di 700mila abitanti).

Per eleggere il nuovo presidente è sufficiente una maggioranza assoluta di 623 delegati. La votazione è segreta e non ci sono vincoli per gli elettori. Se nessuno dei candidati conquista la maggioranza nelle prime due votazioni, si passa a una terza votazione dove è sufficiente una maggioranza relativa: chi ottiene più voti diventa presidente.