L’Italia è stata una catastrofe, ha giocato male, è uscita al primo turno. “La vita continua” è una consolazione sciocca: la vita continua sempre. Ce n’è una migliore: il mondiale continua. E proprio mentre noi torniamo mestamente a casa, le altre hanno appena cominciato a divertirsi. Il bello comincia adesso, con gli ottavi di finale e le partite a eliminazione diretta: è già uno spettacolo così, ma trovarsi un’altra squadra per cui tifare può rendere tutto molto più divertente. Noi ne abbiamo scelte sette.
Stati Uniti d’America
“Donovan has scored! Oh, can you believe this?! Oh, it’s incredible! You could not write a script like this!” Bisogna ascoltare lo spettacolare commento del telecronista americano al novantaduesimo minuto di Usa-Algeria, quando Landon Donovan mette a segno il gol che qualifica gli Stati Uniti agli ottavi di finale. Bisogna ascoltarlo per avere la dimostrazione – l’ennesima – che il calcio negli Stati Uniti non è più uno sport minore, né una roba da ragazzine. Tecnicamente, poi, non sono più una sorpresa: hanno poca esperienza ad alti livelli ma giocano bene e hanno alcuni giocatori piuttosto dotati. Un anno fa durante la Confederations Cup fecero fuori gli spagnoli campioni d’Europa e andarono in vantaggio di due gol contro il Brasile, in finale. Il tabellone li aiuta: possono arrivare in semifinale senza troppi problemi. E lì può succedere di tutto: “you could not write a script a like this”.
Ghana
C’è stato un momento, nel corso di Danimarca-Camerun, nel quale i tifosi del Camerun sembravano essersi moltiplicati. Quasi non si sentivano più le vuvuzela. Era successo che, con il Sudafrica più fuori che dentro, i tifosi della squadra padrone di casa avevano cominciato a tifare per il Camerun: gli africani tifano per le africane. Di squadre africane ne è rimasta una sola, il Ghana, che è organizzato ed efficace: tecnicamente meno dotato di squadre come la Nigeria ma privo della sregolatezza che ha sempre fregato le squadre africane in questo genere di competizioni. Quella del Ghana è una bella storia anche fuori dal contesto sportivo: oggi è uno dei pochi paesi africani che può dire di avercela fatta. La democrazia è stabile, l’economia galoppa, la lotta alla povertà produce buoni risultati. Un successo ai mondiali sarebbe una notizia meravigliosa per loro e per tutta l’Africa.
Olanda
L’Olanda fa sempre lo stesso effetto. Leggi i nomi della formazione e ti vengono i brividi. Poi per un motivo o per un altro falliscono sempre. Fanno tre o quattro gol nelle partite iniziali, spaventano tutti e poi si sgonfiano mestamente quando si comincia a fare sul serio. Stavolta è andata diversamente, e la squadra sembra in crescita. Forti lo sono, probabilmente anche più del solito: forse soltanto l’Argentina e la Spagna possono vantare un organico offensivo della completezza e della forza di quello olandese. Se iniziano a girare ci si diverte, e ieri s’è sbloccato Robben. Possono perdere con chiunque, possono vincere contro tutti.
Argentina
Tifare per l’Argentina è un po’ da “ti piace vincere facile”. La squadra è fortissima e imperfetta, come tutte le squadre che vincono i mondiali. E come tutte le squadre che vincono i mondiali, finora ha dato l’impressione di sapere trasformare queste imperfezioni in risorse: un po’ come successe a noi nel 2006 con Grosso e Materazzi. Demichelis è scarso, intanto gioca bene e segna pure. Veron gioca da fermo, si diceva: ma l’avete visto come gioca? Higuain al posto di Milito è uno scandalo, ma provate voi a mettere fuori uno che segna come Higuain. Portare ai mondiali Martin Palermo è assurdo, ma Martin Palermo entra e segna. Poi c’è Maradona, un Maradona impomatato e bellissimo, di una tamarraggine tenera e commovente, lontana dagli eccessi sboccati di qualche anno fa. Si agita, salta, urla, bacia, abbraccia, gioca, scherza. Uno se lo immagina con il vestito del matrimonio e la Coppa in mano, portato in trionfo dai calciatori: come si fa a non tifare per lui?