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  • Martedì 8 giugno 2010

Golden gol

Il mondo del calcio continua a macinare guadagni nonostante la crisi, dice un rapporto

Oggi il New York Times racconta di come il calcio sia uno di quei pochissimi settori a non essere stato sfiorato dalla crisi economica, facendo anzi registrare nell’ultimo anno un aumento degli introiti delle squadre e un quasi simmetrico aumento degli stipendi dei calciatori. Un po’ di dati – di facts, come dicono loro:

– la Premier League britannica, la Bundesliga tedesca, la serie A italiana e la Liga spagnola durante l’anno finanziario 2008-2009 hanno visto la somma dei loro guadagni crescere del tre per cento

– le ragioni di questa crescita sono diverse, ma incidono soprattutto i diritti televisivi, le vendite dei biglietti e le attività commerciali

– la Premier League ha incassato 49 milioni di sterline in più rispetto all’anno precedente: a causa della debolezza della moneta britannica, però, il saldo in euro è in negativo di 115 milioni di euro. In totale, i guadagni della Premier equivalgono a 2,3 miliardi di euro

– la Bundesliga ha incassato il 10 per cento in più dell’anno precedente – il tasso di crescita più alto tra i campionati europei – arrivando a un totale di 1,6 miliardi di euro: la cifra più alta di tutti tempi. Gli introiti commerciali sono cresciuti del 16 per cento

– la Liga ha aumentato in suoi introiti del 4 per cento, arrivando a quota 1,5 miliardi di euro. La crescita si deve soprattutto a Real Madrid e Barcellona, che hanno aumentato i loro guadagni di 93 milioni di euro e sono i due club che hanno guadagnato di più al mondo: le altre diciotto squadre della Liga hanno visto invece i loro introiti contrarsi di trenta milioni di euro

– la Serie A ha aumentato i suoi guadagni del 5 per cento, 73 milioni di euro, arrivando a quota 1,5 miliardi di euro

– i guadagni della Ligue 1 francese hanno raggiunto per la prima volta quota un miliardo di euro, aumentando del sei per cento rispetto all’anno precedente

Tutti i dati sono stati prodotti dalla Deloitte’s Review of Football Finance, che avverte però i club: se da una parte i loro introiti continuano a crescere, la stessa cosa fanno i costi a cui sono sottoposti. Primi tra questi gli stipendi dei calciatori.

– gli stipendi dei campionati di Italia, Spagna, Germania, Inghilterra e Francia sono cresciuti di 305 milioni di euro nell’ultimo anno, pari al sei per cento, superando per la prima volta la soglia dei cinque miliardi di euro

– aumenta la polarizzazione e il distacco tra i club più ricchi e gli altri: le venti squadre europee dai guadagni più alti hanno raccolto il 25 per cento dell’intera somma di denaro in circolazione nel settore

Le brutte notizie non sono finite, spiega il rapporto. Le banche stanno iniziando a far credito meno volentieri alle squadre di calcio, e la UEFA ha allo studio un pacchetto di regole che costringeranno i club a controllare i loro costi, nel tentativo di evitare che possa formarsi una vera e propria bolla. Anche perché oltre ai guadagni e ai costi c’è un’altra cosa che sale, nei bilanci delle squadre: i debiti.

Il debito totale delle squadre della Premier League è salito a quota 4,8 miliardi di euro: mentre cinque anni fa molti club, soprattutto inglesi, erano visti con interesse da banche, fondi d’investimento e uomini molto ricchi, la tendenza sembra essersi praticamente fermata. Alcune squadre sono particolarmente fortunate, avendo dei proprietari in grado di assorbire i loro debiti: è il caso del Chelsea di Roman Abramovich, che ha investito 725 milioni di euro negli ultimi sei anni, o del Manchester City dello sceicco Mansour bin Zayed di Abu Dhabi, che ha già speso 440 milioni di euro. Altre squadre sono meno fortunate: a febbraio il Portsmouth ha dichiarato bancarotta ed è stato retrocesso d’ufficio. Le cause: spese eccessive per i calciatori, mancate ricapitalizzazioni, proprietà della società passata di mano più volte in pochi mesi.