Dentro Casini?

"Dobbiamo proporre un patto all'Udc di Casini", avrebbe affermato Berlusconi

Si fa sempre più insistente l’idea che Silvio Berlusconi voglia allargare all’Udc, in vista della stagione di riforme che sta per arrivare. Oggi Repubblica riporta che ad Arcore il Cavaliere avrebbe esplicitamente detto

“La prossima settimana chiederò a Umberto di farsi carico con me del sacrificio di un’apertura della maggioranza. Dobbiamo proporre un patto all’Udc di Casini, ci occorre una base più ampia per affrontare la crisi economica e un’eventuale escalation giudiziaria. Soprattutto ci spianerebbe la via delle riforme”.

A seguito dei disordini interni che stanno logorando il PdL dalla Direzione Nazionale in poi, il vicepresidente dei senatori PdL Gaetano Quagliariello azzarda addirittura il passo successivo:

“Casini dentro e Fini fuori? Potrebbe essere l’esito di un percorso politico e la diretta conseguenza di quello che sta avvenendo”

Ma la proposta potrebbe arenarsi per più di un motivo. Innanzitutto, come dichiarato dallo stesso Berlusconi, per procedere all’apertura verso l’Udc servirebbe il consenso di Bossi, decisamente restio a coinvolgere i centristi. E ieri, al Tg2, è stato proprio Pierferdinando Casini che, dopo essersi visto rifiutare la sua proposta di un governo di unità nazionale, ha chiuso a Berlusconi.

“Mi spiace per Silvio, ma non sono interessato a fare da stampella. Sarebbe trasformismo che la gente non accetta, degradante per noi e per la stessa maggioranza” ha chiuso lo stesso leader Udc davanti alle telecamere del Tg2. Il suo refrain non cambia: al premier, a suo dire, non resta che lanciare un appello all’opposizione, perché “o andiamo tutti nella stessa direzione o rischiamo di andare a fondo, dietro l’angolo c’è la Grecia”.

Ma queste parole, come scrive La Stampa, potrebbero essere meno nette di come sembrano:

Parole che al telespettatore appaiono definitive ma che in realtà, essendo seguite da riflessioni meno lapidarie, lasciano la porta aperta: “Al Paese serve una fase nuova in cui il governo passi dalla retorica dall’autosufficienza del “tutto va bene” ad un grande appello a tutta l’opposizione per evitare che la barca dell’Italia vada a fondo.” La traduzione dal politichese la fornisce un altro esponenza dell’Udc, Rocco Buttiglione: “Se Berlusconi dicesse “vi diamo due posti nel governo” non se ne farà nulla, ma se invece chiedesse un nuovo programma e un nuovo governo davanti alla crisi mondiale, allora tutto sarebbe diverso e nulla osterebbe al fatto che il nuovo esecutivo fosse guidato proprio da Berlusconi. Come dire: dopo due anni di opposizione, seppur moderata, l’Udc (ridimensionata nelle Regioni in cui si è alleata con il PD) non potrebbe cambiar politica alla sera alla mattina, e servirebbe la censura della caduta dell’attuale governo e la formazione di un esecutivo nuovo rispetto all’attuale.

Una delle ipotesi sarebbe quella di voler assegnare all’Udc il ministero dello Sviluppo Economico, per cui, come riportano diversi giornali, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia avrebbe già detto di no.