Per il Secolo la Brambilla dà i numeri

Il ministro del turismo cita alcuni sondaggi sull'immigrazione, solo che questi danno ragione a Fini

Avevamo scritto delle intenzioni dei finiani per il prossimo futuro, e del fatto che – secondo Flavia Perina – i temi da tenere d’occhio fossero essenzialmente due: la legge sul testamento biologico e la legge sulla cittadinanza. Ma la “corrente berlusconiana” del PDL non vuole stare a guardare e quindi ieri Michela Brambilla – leader dei “promotori della libertà”, nonché ministro del turismo – ha giocato la sua mossa, diffondendo improvvidamente i risultati di alcuni sondaggi sull’immigrazione forniti da Piepoli. Se ne occupa, non senza diffuse critiche, il Secolo (che già due settimane fa aveva riservato simile trattamento a un altro ministro del governo, Maria Stella Gelmini).

Vediamo le cifre esibite: Silvio Berlusconi è il politico preferito dagli immigrati, ovviamente. Lo certificano i sondaggisti di Piepoli, dividendo gli intervistati tra regolari e clandestini. Tra i primi il premier può contare su un 42% di preferenze, tra i secondi sul 39%. Seguono, ma molto distaccati dal leader, Bersani, Casini, Di Pietro, Bossi, che ha solo il 4% ma comunque ce l’ha. […] Il dato è lampante: se gli immigrati sono così favorevoli al nostro premier, perché diffidare di loro come virtuali buoni cittadini? Non sarebbe meglio affrettare l’iter di integrazione? Lo fanno presente Fabio Granata e Flavia Perina: «Le parole del ministro Brambilla sulla ampia predisposizione dei migranti a votare Berlusconi, rappresentano una sorprendente conferma di quanto da anni sostenuto in modo lungimirante da Gianfranco Fini: promuovere politiche nuove sulla cittadinanza rappresenta oltre che un investimento sulla nuova Italia, anche un investimento politico in termini di consenso da parte di tanti uomini e donne provenienti da altri Paesi ma che amano e vogliono scegliere l’Italia».

Non poteva esserci assist migliore per il Secolo, che proprio non resiste e affonda il colpo.

Dunque la nuova legge sulla cittadinanza va fatta in tempi brevi. I sondaggi dello speciale osservatorio dei promotori della libertà confermano che non c’è nulla da temere: la temuta società multirazziale senza più crocifissi o con burqa che spuntano da tutte le parti potrebbe essere invece una festante società azzurra che più azzurra non si può.

Troppo semplice. Il ministro Brambilla dice comunque che anche dieci anni di residenza sono troppo pochi, prima di avere la cittadinanza. Che bisogna conoscere la lingua, che bisogna conoscere le leggi, soprattutto che bisogna conoscere “i valori” dell’Italia. Cita di nuovo un sondaggio Piepoli, e combina un altro pasticcio. Un po’ perché il sondaggio non dice niente (“metà degli immigrati forse non è pronta per la cittadinanza, l’altra metà forse sì”), un po’ perché comunque l’idea di valutare le politiche sull’immigrazione a colpi di sondaggi non sembra essere così sensata.

«Questo è il metodo di lavoro del Pdl», sentenzia la Brambilla. Di sondaggio in sondaggio, il Pdl può intanto mettere a capitale un dato certo: la metà degli immigrati sul nostro patrio suolo è già berlusconiana, basta lavorarci un po’ su e potrà diventare orgogliosamente italiana. E magari iscriversi pure ai circoli della Brambilla. Che volete di più dalla vita?