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  • Mercoledì 19 aprile 2017

Perché Theresa May ha deciso che si voti

Sono tutti d’accordo che sia una mossa tattica: approfittare dei sondaggi buoni, e farsi legittimare su Brexit

(AP Photo/Alastair Grant)
(AP Photo/Alastair Grant)

Martedì 18 aprile la prima ministra britannica Theresa May, del partito Conservatore, ha comunicato a sorpresa che chiederà al Parlamento di indire elezioni anticipate per il prossimo giugno. È stato un annuncio che ha sorpreso molti: la scadenza prevista per la legislatura è la primavera del 2020 e negli ultimi mesi May ha ripetuto molte volte che non avrebbe indetto elezioni anticipate. Il suo addetto stampa ha ripetuto la stessa cosa ai giornalisti meno di un mese fa. Oggi il Parlamento deciderà se accogliere la richiesta di May. L’esito del voto sembra abbastanza scontato: sia i Liberal Democratici (il terzo partito del paese) che i Laburisti (il principale partito all’opposizione) hanno detto che voteranno a favore.

Oggi molti commentatori ed esperti discutono sui principali quotidiani britannici la scelta di May. Tra le motivazioni indicate viene citato il negoziato su Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, che si annuncia particolarmente duro, e i sondaggi che mostrano un solido vantaggio del partito Conservatore sui suoi principali avversari. Ian Watson, corrispondente politico di BBC, ha riassunto così le ragioni che hanno spinto May a indire un voto anticipato: «Primo: i suoi consiglieri hanno notato che i Conservatori sono avanti di venti punti sul Partito Laburista. Secondo: l’Europa ha reso nota la sua posizione negoziale e questo ha mostrato che le trattative per Brexit saranno difficili e alcuni deputati conservatori potrebbero non gradire i compromessi che May sarà costretta a fare in futuro».

Non tutti però sono concordi nel dire che un vantaggio personale o di partito sia una ragione sufficiente per andare al voto anticipato. Il Guardian – quotidiano di sinistra – ha pubblicato oggi un editoriale molto duro nel quale ha criticato la decisione di May: «Mettiamo le cose in chiaro. Il Regno Unito non ha bisogno, e il suo popolo non sta chiedendo, elezioni anticipate»; l’unica ragione perché «un parlamento che dovrebbe durare cinque anni ne durerà soltanto due è che la signora May pensa che sia un buon momento per schiacciare il Partito Laburista del signor Corbyn» (Jeremy Corbyn è il leader dei Laburisti). Secondo il Guardian, alcune delle giustificazioni utilizzate da May nel corso del suo discorso sono «inaccettabili». Ad esempio: «Dire che le elezioni anticipate sono necessarie perché “le divisioni in parlamento” causano “incertezza e instabilità” suona molto vicino alla versione da riva del Tamigi di qualcosa che il presidente Erdoğan potrebbe dire in Turchia».

Per convocare le elezioni anticipate, May avrà bisogno dell’approvazione di due terzi del Parlamento, una regola pensata per evitare che il primo ministro convochi elezioni anticipate ogni volta che il suo partito è in vantaggio. In questo caso però la proposta di May è stata accolta positivamente tanto dai Laburisti quanto dai Liberali, i due principali partiti di opposizione che hanno già annunciato che voteranno a favore dello scioglimento del Parlamento. Il leader dei Laburisti, Jeremy Corbyn, ha pubblicato un commento questa mattina sul Mirror in cui ha detto di essere favorevole al voto, che dal suo punto di vista può essere una vera elezione in cui discutere del futuro del Regno Unito: «I Conservatori vogliono trasformare questo paese in un paradiso fiscale con salari da fame», ha scritto. «Il Partito Laburista non vuole un paese governato a favore dei ricchi, ma uno dove ognuno di noi possa vivere una vita più ricca».

Nel discorso in cui annunciava il voto anticipato, May ha detto che l’elezione «sarà soprattutto una questione di leadership», ma ha aggiunto che non intende partecipare a confronti televisivi con gli altri candidati. Corbyn ha scritto che se davvero May pensa che sarà un voto sui leader non dovrebbe fuggire da un confronto diretto. Anne Perkins, storica commentatrice del Guardian, ha scritto che May «sa perfettamente cosa sta facendo» e nel titolo del suo articolo ha paragonato le elezioni anticipate a un colpo di stato. Perkins ha ricordato anche che il comportamento di May è particolarmente pericoloso in una democrazia come quella britannica, dove la legge elettorale (il cosiddetto “first past the post”, definito dall’Economist “irrimediabilmente decrepito”) è particolarmente distorsiva. Perkins ha ricordato il caso delle elezioni del 1931, quando i Laburisti ottennero il 30 per cento dei voti, ma a causa della legge elettorale gli furono attribuiti appena 52 seggi, contro i 470 dei Conservatori, che avevano ottenuto meno del doppio dei loro voti.

Ci sono anche commentatori che vedono con favore la scelta di May. Un editoriale del Telegraph, il principale quotidiano conservatore britannico, ha definito la scelta di May «una mossa coraggiosa che rappresenta una grande opportunità». Secondo il Telegraph, la mossa di May permetterà di scongiurare la possibilità che in un prossimo futuro Jeremy Corbyn arrivi al governo, magari con una coalizione formata insieme ai Liberali e al SNP: questo sarebbe lo scenario peggiore, dice il Telegraph, che le elezioni anticipate potrebbero scongiurare per un lungo periodo di tempo. Alex Brummer ha scritto invece sul Daily Mail che «il primo ministro non poteva scegliere un momento migliore in termini economici per convocare le elezioni». L’economia è in una fase di crescita, dice Brummer, e questo è il momento giusto per chiedere al paese se vuole proseguire con le politiche liberali e conservatrici di May, oppure se fare una scelta di sinistra e votare per i laburisti.