Beppe Grillo dice che non ha niente a che fare con il blog di Beppe Grillo

Lo hanno scritto i suoi avvocati per difendersi da una denuncia che ha fatto il PD

(ANSA)
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Secondo i suoi avvocati, Beppe Grillo «non ha alcun potere di direzione sul blog “Beppe Grillo”». Gli avvocati del capo del Movimento 5 Stelle lo hanno scritto in una memoria difensiva presentata in risposta a una denuncia del Partito Democratico per via di un post ritenuto offensivo pubblicato sul blog. Secondo gli avvocati del leader del Movimento 5 Stelle, Grillo «non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio del blog né degli account Twitter, né dei tweet e Facebook e non ha alcun potere di direzione né di controllo sul blog né sugli account twitter e Facebook e tanto meno di e su ciò che ivi viene postato».

Il brano della memoria difensiva è stato pubblicato ieri dal tesoriere del PD, Francesco Bonifazi, ed è stato poi rilanciato da molti altri leader e dirigenti del partito.

Bonifazi aveva denunciato Grillo per un post pubblicato sul blog nella primavera del 2016 in cui si parlava dello scandalo sul petrolio in Basilicata, nel quale in un primo momento fu coinvolta la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi (che si dimise, ma alcuni mesi dopo la sua posizione fu archiviata). Il post pubblicato sul blog e sui profili social del Movimento parlava di «un meccanismo perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro. Ora si capisce perché il PD ed il governo incitano illegalmente all’astensione sul referendum delle trivelle».

Gli avvocati dicono che Grillo non è responsabile di queste frasi perché non ha nulla a che fare con il blog che porta il suo nome. Il dominio beppegrillo.it è stato registrato nel 2001 da Emanuele Bottaro, che ne è ancora il titolare e che per questo motivo è già finito sotto processo. A gestire il sito è la Casaleggio Associati, anche se Beppe Grillo non ha mai chiarito esattamente quali siano i rapporti tra la società, il Movimento e il sito.

Di certo c’è che in diversi documenti ufficiali il blog viene definito “organo ufficiale” del Movimento 5 Stelle, mentre Grillo ha detto più volte di essere il “leader politico del Movimento 5 Stelle” e di questo dà continue dimostrazioni pratiche. Il Corriere della Sera ipotizza che il sistema intorno al blog – con un proprietario e un gestore diversi dal vero leader del Movimento – sia un meccanismo per evitare i processi a Grillo: «Una rete a tutela del leader, già sommerso da diverse cause».

La mattina del 15 marzo, Grillo ha risposto alle critiche arrivate dopo il post di Bonifazi con un breve post sul suo blog:

Il Blog beppegrillo.it è una comunità online di lettori, scrittori e attivisti a cui io ho dato vita e che ospita sia i miei interventi sia quelli di altre persone che gratuitamente offrono contributi per il Blog.

Il pezzo oggetto della querela del Pd era un post non firmato, perciò non direttamente riconducibile al sottoscritto. I post di cui io sono direttamente responsabile sono quelli, come questo, che riportano la mia firma in calce.

Nessuno scandalo, nessuna novità. Se non il rosicamento del Pd per aver per il momento perso la causa, cosa che Bonifazi ha scordato di dire. Nessuna diffamazione. Nessun insulto. Semplice informazione libera in rete. Maalox?