Ritratti esistenzialisti

Rodrigo Dada racconta i sentimenti mettendo in anomale relazioni persone e oggetti di uso quotidiano

© Rodrigo Dada, Vorágine

Le immagini del fotografo Rodrigo Dada sono attraversate da inquietudine e stati d’animo contrastanti. Dada ritrae una serie di persone che svolgono piccole azioni fuori dall’ordinario, niente di estremo, niente di grave: c’è chi si appende i capelli con le mollette da bucato, chi si ricopre la faccia di schiuma, chi si arrotola la canna dell’acqua addosso, chi dorme con il casco, chi si atteggia da Narciso fotografo. Quello che non sappiamo, e rende un po’ inquieto chi guarda le foto, è il perché di queste piccole reazioni esistenziali che mostrano, in maniera piuttosto simbolica, qualcosa nascosto in questi personaggi a tratti surreali.

La serie di immagini si chiama Vorágine e, dal punto di vista del fotografo, è una riflessione sulla capacità dell’essere umano di rigenerarsi. Il fotografo cerca di mostrare l’esistenza con ironia: costruisce scene quasi cinematorgrafiche, semplici e sintetiche, dove i protagonisti si relazionano a degli oggetti che sono un po’ delle metafore, nelle quali prova a trasmettere in maniera visuale qualcosa di astratto, raccontando un lato ombroso delle persone raffigurate.

Molti altri lavori di Rodrigo Dada affrontano la realtà secondo questo punto di vista. Il fotografo è nato in Costa Rica, è piuttosto giovane ma ha già partecipato a diversi concorsi (anche in Italia al premio Arte Laguna) e ha esposto le sue opere in numerose gallerie.