I guadagni di un deputato

E le sue spese, e il suo lavoro: l'esempio del bilancio di un parlamentare PD di Ferrara

Alessandro Bratti è un ricercatore universitario, laureato in Agraria a Ferrara, ha 53 anni, è stato direttore generale dell’Agenzia per l’Ambiente dell’Emilia Romagna dal 2006 e assessore all’Ambiente a Ferrara dal 1994 al 2006. Nel 2008 è stato eletto alla Camera dei Deputati con il Partito Democratico. Ogni anno pubblica un bilancio dell’attività che ha svolto come deputato e dei suoi ricavi e spese. È interessante per avere un’idea più precisa sul tema – assai dibattuto in questi giorni – degli stipendi dei parlamentari, dei costi della politica e del loro impegno: ricordando che i parlamentari eletti sono 945, e un esempio è un esempio ma ognuno ha una sua storia (qui ci sono i conti dell’onorevole Pietro Ichino, anche).

Insieme a un maggiore dettaglio delle attività svolte da Bratti in quanto parlamentare e dirigente politico, il documento pubblico riporta poi i numeri più cari al dibattito di questi giorni, quelli sulle sue entrate e spese.

Come si vede, il totale di stipendio più rimborsi eccetera ammonta a circa 18 mila euro lordi, che corrispondono ai circa 13 mila netti calcolati da questo articolo del Corriere della Sera di lunedì. Le singole voci di entrata sono così spiegate.

Indennità parlamentare
Prevista dalla Costituzione all’art. 69. È corrisposta per 12 mensilità. L’importo mensile – che, a seguito della delibera dell’Ufficio di Presidenza del 17 gennaio 2006, è stato ridotto del 10% – è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l’assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75). Sull’importo netto son inoltre trattenute le imposte regionali e comunali, la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del Deputato.

Diaria
Ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico. È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30% delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. A decorrere dal 1° gennaio 2011, per il triennio 2011-2013, la misura mensile della diaria è ridotta di 500,00 euro. L’importo sarà quindi pari a 3.503,11.

Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori
A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza. Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990. L’Ufficio di Presidenza, nella riunione del 27 luglio 2010, ha deliberato che a decorrere dal 1° gennaio 2011, per il triennio 2011-2013, la misura mensile del rimborso eletto-elettore è ridotta di  500,00 euro. L’importo sarà quindi pari a 3.690,00.

Spese di trasporto e spese di viaggio
I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.

Spese telefoniche
I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.

Assistenza sanitaria
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.

Assegno di fine mandato
Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, che è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Assegno vitalizio
Il deputato versa mensilmente una quota – l’8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro – della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall’Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997. In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti. L’importo dell’assegno varia da un minimo del 20% a un massimo dell’60% dell’indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.