Wham!
Una canzone di George Michael
Che non ha bisogno di altro che George Michael

Dieci canzoni di Lenny Kravitz
Da riascoltare oggi che compie 50 anni (cinquanta, sì)

L’arresto che cambiò la carriera di George Michael
Il 7 aprile del 1998 fu sorpreso a compiere «atti osceni» in un bagno pubblico di Beverly Hills, e scelse di fare coming out

Una canzone di Nick Leng
E una conversazione di fine cena

Una canzone dei Ten years after
Fatiche e bellezze

Una canzone di Willy Mason
«Stanotte non ho chiuso occhio»

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Una giornata qualsiasi nella città di Kramatorsk, in Ucraina, raccontata da Daniele Raineri nella nuova puntata di Outpost

Lo sport che si gioca senza arbitri
Nell'ultimate frisbee sono i giocatori stessi a far rispettare le regole

Le quindici migliori canzoni degli Smiths
Da riascoltare oggi che Morrissey compie 60 anni

George Michael è stato sottovalutato
La sua esuberanza e le canzoni pop un po' frivole hanno spinto la critica a trascurare il peso politico e sociale che ebbe negli anni Ottanta

La vera storia dei paninari
Ora che chiude lo storico McDonald’s di Milano dove si ritrovavano negli anni Ottanta quando era Burghy, ma che non c’entra col loro nome

È tutto bello o bellissimo
Da tempo si discute di quanto siano diventate rare le stroncature nella critica musicale, letteraria e cinematografica, almeno quelle disinteressate

Cioè, un vecchio giornale per giovanissime
Assecondava le mode e raccontava gli idoli del momento, influenzando la formazione sentimentale e sessuale di generazioni di ragazzine

Una serie di sogni (rari e irrealizzati)
Le canzoni di Bob Dylan dentro "The Bootleg Series", puntata del 1991 della sua lunga discografia [Continua]

Il grande coming out del 1984
«Il 2 aprile 1984 i Queen, travestiti da casalinghe inglesi, lanciarono una canzone che era un grido di liberazione: "I Want To Break Free". Poi arrivarono gli Smiths, i Pet Shop Boys e i Culture Club. Ma la vera esplosione arrivò a ottobre, quando uscirono i Bronski Beat, Depeche Mode, Frankie Goes To Hollywood e Madonna. Nel giro di pochi mesi “l’amore che non si può dire”, come lo aveva battezzato un secolo prima Oscar Wilde, si dichiarava orgogliosamente al mondo. Fu la vera nascita del “pride”. Attraverso quelle canzoni l’omosessualità maschile entrava in scena in quanto esplicita produttrice di musica, cultura e immaginario. L’inizio di quell’onda continua ancora oggi, ma è talmente sovrapposta al paesaggio culturale e ai consumi da esserne ormai indistinguibile»
