Le condanne per il più grave massacro in un carcere argentino
Avvenne a Buenos Aires durante la dittatura militare: morirono almeno 65 persone, e il processo si è chiuso quasi cinquant'anni dopo

Avvenne a Buenos Aires durante la dittatura militare: morirono almeno 65 persone, e il processo si è chiuso quasi cinquant'anni dopo

Oltre all'assalto alla redazione della Stampa, dopo il suo arresto ci sono state varie manifestazioni in suo sostegno

Era scappato da una struttura di Modena ed è stato trovato nel paese dove nel 1998 uccise i genitori e il fratello

Il 13 novembre del 2015 a Parigi l’ISIS uccise 130 persone: oggi l’organizzazione esiste ancora, ma è cambiato tutto

Ha passato 25 anni in carcere per l'omicidio dei suoi genitori e di suo fratello, e una settimana fa è scappato da una struttura di Modena

Gabriele Nunziati aveva chiesto alla Commissione Europea se Israele dovesse pagare per la ricostruzione della Striscia di Gaza, come la Russia per l'Ucraina

È stata di nuovo condannata a risarcire i familiari delle vittime, ma anche stavolta i soldi ce li metterà l'Italia

Tra le tante attribuite all’intellettuale morto 50 anni fa ma spesso citate a sproposito, più una inventata

«Infastidisce, nell’“occidentalismo” quando diventa ideologico, quel complesso di superiorità che rischia di impedirci l’esercizio della tolleranza, ovvero di ciò che vantiamo essere la nostra virtù più preziosa»

Si sapeva che nel quartiere sarebbero arrivati molti poliziotti a cercarle, dopo l’omicidio di Paolo Taormina



La donna che l’ha innescata ci viveva insieme a due fratelli in condizioni di marginalità, e da tempo dovevano sgomberare

Emmanuel Diaz, fratello di una delle vittime, per oltre 200 volte si è seduto nella tensostruttura che fa da aula di tribunale

«Io sono in mezzo alla “tonnara”, quell’assembramento di telecamere, microfoni e taccuini attorno a chi forse ha una dichiarazione. Io sono lì in mezzo. Non giudico col dito puntato. Non sbircio, sono dentro un club in cui c’è un solo avversario: la consegna»

A militanti neofascisti italiani, che il 6 ottobre del 1975 spararono al leader della Democrazia Cristiana cilena Bernardo Leighton e a sua moglie Anita Fresno

«Nel 1989 studiavo all’Università Normale di Pechino e fui testimone dell’ingresso dei carri armati e della loro brutalità. Oggi in Cina chi non può dimenticare, come i familiari delle vittime, vive nell’isolamento. Non esiste come a Bologna una lapide con una lista dei nomi delle vittime. Con il processo a Chow Hang-tung, la memoria devastante di quei giorni non può più essere pubblica neppure a Hong Kong»


