strage piazza della loggia
Marco Toffaloni è stato condannato a trent’anni per la strage di piazza della Loggia
Secondo la sentenza di primo grado fu lui uno degli esecutori dell'attentato, che nel 1974 uccise otto persone a Brescia

La Svizzera ha negato il trasferimento a Brescia di Marco Toffaloni, imputato per la strage di piazza della Loggia

È morto Carlo Maria Maggi, condannato come mandante della strage di piazza della Loggia a Brescia

Due ergastoli per Piazza della Loggia
41 anni dopo la strage di Brescia Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte sono stati condannati in appello

La strage di Brescia, i nazisti e i piromani folli

La storia della strage di piazza della Loggia
Perché, nonostante trentasei anni e tre processi, non sapremo mai chi mise la bomba il 28 maggio 1974

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28 maggio 1974
La storia della strage di piazza della Loggia, a Brescia, raccontata sul Post Sullo stesso tema:Italia Piazza Rossa Scheda bianca Sullo stesso tema:Italia Piazza Rossa Scheda bianca

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Cose buone da leggere sul divano, mentre piove un po' dappertutto

Sulle proteste contro Berlusconi
Un deputato del PD (che c'era) spiega perché il diritto di manifestare liberamente vale per tutti, anche per il PdL, e il clima da guerra civile gli fa un favore

La prima delle “Bombe di Savona”
Tra l'aprile del 1974 e il maggio del 1975 nella città ligure ne furono fatte esplodere 12: gli attentati vennero rivendicati da organizzazioni neofasciste, ma i responsabili non furono mai individuati

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Le polemiche sulla nomina del nuovo direttore dell’Archivio dello Stato
La scelta di Andrea De Pasquale è stata criticata a causa di una controversia sugli archivi di un politico di estrema destra

Chi era Pino Rauti
Un importante teorico e politico dell'estrema destra, di cui si riparla per le commemorazioni di sua figlia e di Ignazio La Russa

Cinque frasi di Pasolini, ricontestualizzate
Tra le tante attribuite all’intellettuale morto 50 anni fa ma spesso citate a sproposito, più una inventata

E vabbè
«La prima apparizione sulla "Stampa” giunge a noi in prima pagina il 30 aprile 1955, il giorno dopo l’elezione di Giovanni Gronchi a presidente della Repubblica. Fino agli anni Ottanta l’uso resta sporadico, poi, magicamente, con la seconda Repubblica, si apre una breccia e il “vabbè” esonda senza più freni. Stefano Bartezzaghi ci vede un segno dello strapotere del romanesco. Michele Masneri pure. E vabbè»
