post razzista
Quel post virale sul “rifugiato senza biglietto del treno” racconta una storia falsa
La relazione ufficiale di Trenitalia ha smentito la versione circolata moltissimo online

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Il rifugiato siriano del selfie con Angela Merkel ha fatto causa a Facebook
Facebook dice che non può controllare tutte le foto pubblicate dagli utenti, ma non è un argomento così convincente

I troll di internet, visti da vicino
Che faccia ha e come si comporta di persona, uno che dice che i bianchi dovrebbero preoccuparsi di preservare la purezza della loro razza?

Casapound e i vecchi e nuovi fascismi

Per Trump non è stato divertente assistere alla selezione dei giurati nel processo contro di lui
L'ex presidente statunitense era presente a tutte le sedute durante le quali, tra le altre cose, sono stati letti alcuni meme che lo prendevano in giro

Serve una bilancia per gli imbecilli
Quanto pesano le offese online? [Continua]

Il gran guaio di Dolce & Gabbana in Cina
Una sfilata è stata cancellata dopo una storia di spot accusati di razzismo e messaggi offensivi di Stefano Gabbana (che però sostiene non siano suoi)

Trump ha delle responsabilità per le stragi razziste?
Sui giornali americani si discute di che ruolo abbia la sua propaganda violenta e xenofoba in episodi come la sparatoria di El Paso

A Rovigo non vogliono soldi pubblici per migliorare la vita dei migranti
La sindaca ha rifiutato dei fondi del PNRR per costruire alloggi per braccianti, e bloccato di fatto il sistema di accoglienza

Natalia Ginzburg, Wittgenstein e le “parole-cadaveri”
«In un articolo pubblicato sull’“Unità” il 29 maggio 1989, Ginzburg cita Wittgenstein e fa una serie di esempi: da una parte ci sono “non vedente”, “non udente”, “anziano”, “colf”, “operatore ecologico”, “persona di colore”; dall’altra: “cieco”, “sordo”, “vecchio”, “donna di servizio”, “spazzino”, “negro”. Le prime sono parole-cadaveri, le seconde parole della realtà. Quell’articolo è stato usato più volte proprio dai critici del politicamente corretto. Ma la citazione è immaginaria»

La storia del massacro di Jonestown
Nel 1978, in Guyana, 913 membri di una setta religiosa morirono nel più grande suicidio collettivo della storia moderna
