La Grande Bruttezza


Diamo troppo peso a come scriviamo: sbagliare non è sintomo di ignoranza o stupidità, sostiene un giornalista del New York Times

L'arrivo del coronavirus ha cambiato radicalmente il modo in cui mangiamo e i prodotti che acquistiamo, dicono i dati

Cosa succede quando un sistema di intelligenza artificiale è l'assistente che ci aiuta a prendere delle decisioni? Come si trasfroma ad esempio il concetto giuridico di negligenza? [Continua]

«Grande vantaggio sentirsi e vedersi tra simili, specie nei momenti difficili, ma appena ne esci, e torni a essere solo la molecola di una grande folla, capisci che la partita è aperta a molte, molte, molte più soluzioni di quelle che puoi immaginare; e di quante puoi illuderti di controllare»

«Non vorrei che, tra una decina o una ventina d’anni, buona parte della magnifica gioventù oggi in piazza per Gaza, dalla parte degli oppressi e dei senza terra, fosse costretta a domandarsi: già, la democrazia, come abbiamo potuto dimenticare che senza democrazia la libertà muore?»


«Qualche giorno fa, alla tenera età di 52 anni, ho avuto la conferma – clinica – di soffrire di ADHD. Questa diagnosi tardiva appare paradossale se si tiene conto che mi sono laureata in psicologia, dottorata in scienze cognitive e da vent’anni scrivo come giornalista scientifica specializzata proprio in quelle materie lì, ovvero psicologia e neuroscienze. Senza contare che sono stata in psicoanalisi. Ma la scorsa primavera ho letto un paper che parlava dello squilibrio di genere nelle diagnosi e la descrizione dei sintomi nelle bambine mi ha provocato un tuffo al cuore: "Quella lì sono io"».

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Il primo capitolo del romanzo di Romana Petri, che racconta del tentativo di riconciliarsi di due fratelli, figli dello stesso padre e completamente diversi tra loro

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«Non ho mai amato la retorica dell’eroe. Non c’è dubbio, però, che in Iraq Enzo Baldoni si sia comportato da eroe, cercando di testimoniare quello che accadeva e portando aiuto, a rischio della vita. Si prese in carico il destino di un ragazzo amputato, che poi fu curato da Emergency, e guidò due missioni umanitarie per portare aiuti in una città assediata. Ma non c’è dubbio neppure che le istituzioni italiane abbiano scelto di dimenticarlo. Credo che Enzo Baldoni ne avrebbe riso perché aveva troppo senso dell’umorismo e amava troppo la vita per essere attratto dalle medaglie e dall’ideologia della bella morte. Lo aveva anche scritto per tempo, previdente e pignolo com’era, nelle disposizioni per il suo funerale»
