Facebook ha scoperto una presunta interferenza della Russia nella campagna elettorale statunitense


Lo ha diffuso in anteprima il Washington Post: conferma il coinvolgimento della propaganda russa nelle presidenziali del 2016 e le reticenze di Facebook e gli altri

Quella con sede a San Pietroburgo, che impiegò centinaia di troll per diffondere bufale e condizionare la campagna elettorale americana del 2016 e non solo

In particolare in Georgia: per ora si sono rivelati tutti falsi e l’FBI ha detto che alcuni sono riconducibili ad account russi

Li ha accusati di agire per conto del governo russo: è probabile che c'entrino le interferenze nelle elezioni presidenziali statunitensi

Facebook e Twitter hanno detto che l’organizzazione russa nota come “fabbrica di troll” sta cercando di interferire nella campagna elettorale, come già successo nel 2016

Nel 2017 un gruppo di esperti di tecnologia provò ad adottare le tecniche dei "troll russi" per favorire i Democratici, scrivono il New York Times e il Washington Post

Il Dipartimento di Giustizia ha presentato un documento pieno di accuse, nessuna direttamente al comitato elettorale di Trump

La Casa Bianca ha diffuso una sintesi del documento conclusivo dell'indagine sul "Russiagate": la Russia ha interferito col voto ma senza la collaborazione di Trump e i suoi, resta il dubbio che Trump abbia ostacolato la giustizia

Migliaia di profili pubblicano falsità e teorie del complotto e gli strumenti per evitarne la diffusione sono ancora limitati

Jenna Abrams aveva 70mila follower su Twitter, era popolare e veniva citata dai grandi giornali americani: solo che se l'erano inventata i russi

I soldi sono pochi e gli strumenti non proprio efficacissimi (sempre che ce ne siano, di efficaci)

In teoria aiuta il governo in materia di sicurezza, in pratica sta espandendo la propria influenza a livello politico per ottenere vantaggi commerciali (forse anche illegalmente)

Secondo il New York Times ha interferito con le ultime elezioni presidenziali per ottenere vantaggi economici

Un suo ex collaboratore, Dmitri Sytii, sta acquisendo molta influenza in Africa, ma la lotta per la successione è intensa
