Comme des Garçons
35 cose d’alta moda scontate al 50 per cento, per il Black Friday
Su Yoox: maglioni, pellicce, impermeabili della stagione passata e dell'estate di Marni, Gucci, Fendi e altri grandi marchi

Le perle non sono più quelle della nonna
Sono diventate un gioiello versatile da portare ogni giorno, anche tra i ragazzi: c'entrano tra gli altri Vivienne Westwood, Rihanna e Harry Styles

Le 6 cose più interessanti di Pitti Uomo
Cioè la più importante fiera di abbigliamento maschile: le collezioni più apprezzate, la mostra fotografica di Karl Lagerfeld e gli stilisti emergenti da seguire

Toste in tulle
Il tessuto simbolo di femminilità romantica è tornato di moda con un nuovo significato: femminista, liberatorio e non solo da donne

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Prepariamoci a vedere sempre più abiti d’archivio
Soprattutto sui red carpet: le celebrità li scelgono perché hanno un loro prestigio, i marchi perché valorizzano la loro storia e c'è anche una questione ambientalista

“The Bear” è la serie tv sulla moda che non voleva esserlo
Parla di chef e cucina ma fin dalla prima stagione sobilla chi smania per la maglietta bianca o il jeans perfetto

Parlare di profumi sui social
Funziona, almeno per influencer e pubblicitari che hanno trovato il modo di comunicare in video aspetti da sempre difficili da rendere a parole

La lingua perduta della moda
«Per le strade distinguevi a metà degli anni ’80 perfettamente un dark da un paninaro, uno che abitava a San Siro da uno che abitava sui Navigli, uno di destra da uno di sinistra, un gay da un etero, uno dentro o uno fuori dal sistema. Era più facile esistere ma era più difficile essere giovani. Il mondo si era velocemente innamorato del classico rassicurante di Armani o del glamour di Versace, ma per sfuggire a questo soffocante abbraccio si erano formati anche molti nuclei di resistenza a Parigi, a Londra, a New York e anche a Milano»

Com’è che Moncler va sempre meglio
Da anni l'azienda è considerata un successo imprenditoriale, con numeri eccezionali e riusciti tentativi di stare dietro - o davanti - ai cambiamenti della Moda

Il grande coming out del 1984
«Il 2 aprile 1984 i Queen, travestiti da casalinghe inglesi, lanciarono una canzone che era un grido di liberazione: "I Want To Break Free". Poi arrivarono gli Smiths, i Pet Shop Boys e i Culture Club. Ma la vera esplosione arrivò a ottobre, quando uscirono i Bronski Beat, Depeche Mode, Frankie Goes To Hollywood e Madonna. Nel giro di pochi mesi “l’amore che non si può dire”, come lo aveva battezzato un secolo prima Oscar Wilde, si dichiarava orgogliosamente al mondo. Fu la vera nascita del “pride”. Attraverso quelle canzoni l’omosessualità maschile entrava in scena in quanto esplicita produttrice di musica, cultura e immaginario. L’inizio di quell’onda continua ancora oggi, ma è talmente sovrapposta al paesaggio culturale e ai consumi da esserne ormai indistinguibile»
