baraccopoli kenya
La contraddizione dei marabù
«La discarica di Dandora in Kenya, la più grande dell'Africa orientale, ha preso forma intorno a regole precise: come nei gironi infernali più si va verso il centro, più ci si avvicina al male, alle violenze, alla possibilità di un non-ritorno. Più si rimane all’esterno, nel primo girone, dove i materiali selezionati vengono lavati e pressati in modo da creare le balle di rifiuti da consegnare alla mafia, più si rimane vicini alla terraferma. C’è un piccolo ponte che si sopraeleva sul fiume e, come Caronte, porta dentro l’inferno della discarica dove donne e bambini lavorano chine tra i rifiuti tra centinaia di marabù»

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«Le persone che frequentano un Death Café spesso non si conoscono e pensano che parlare di morte serva a vivere più intensamente la propria vita. Si mangia e si beve anche per questo: sei in un momento conviviale, non in un luogo in cui chiedere aiuto. Quando l'incontro riesce bene si ride, si parla degli spazi in cui la vita esiste nonostante la morte, si racconta per esempio che "nella clinica di cure palliative in cui lavoro si celebrano un sacco di matrimoni". È sconsigliata la partecipazione a chi abbia appena subìto un lutto, abbia una malattia terminale, o magari pensieri di suicidio»

Le foto del Papa in Kenya e in Uganda
Ha visitato la baraccopoli di Kangemi, fuori Nairobi, e ha celebrato una Messa a Namugongo: poi andrà nella Repubblica Centrafricana

Gli oggetti di una baraccopoli
Le fotografie dalla mostra allestita alla Triennale di Milano che racconta l'autoproduzione in una grande baraccopoli di Nairobi

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