A proposito di berlusconismo

Caro direttore, ho letto con interesse la serie di interventi sul decadimento del cosiddetto berlusconismo. Soprattutto ho cercato di seguire il filo di chi, dialogando sul Post e altrove, ha elencato i meriti di Silvio Berlusconi, di quanto abbia rivoluzionato la politica e l’Italia stessa, di quanto l’abbia cambiata, in meglio.

E così mi sono messo a cercare con impegno. Ho cercato in tutti i modi di trovare qualcosa che, in questi 17 anni, potesse avere fatto storia in positivo. Ho cercato il nome di un ministro di cui dire «Quello è stato un buon ministro». A me non ne viene in mente uno. E tra gli amministratori locali? Sarà che vivo a Milano ma se mi sforzo di ricordare non mi viene in mente nulla. C’era un vicesindaco che aveva una sola ossessione: sgomberare i campi rom e i centri sociali. Uno al giorno, per sentirsi meglio.

Lo so, non sono sofisticato nei mie ragionamenti politici. Però mi sforzo. Penso a questi anni e a ciò che è stato fatto per il mondo del lavoro, per l’ambiente (a proposito di ministri e di ciò che hanno fatto), per la produzione culturale. Vogliamo fermarci un po’ a pensare alla Rai? E in politica estera? Gheddafi, Putin, Lukaschenko e ancora, quanto c’è di peggio. Penso alla Bossi-Fini. Penso a Giovanardi e ai suoi commenti, a qualsiasi suo commento. Penso a questi anni (quanti anni) in cui ho sentito parlare ininterrottamente di golpe giudiziario iniziato nel 1992 (17 febbraio 1992, Mario Chiesa chinato su un water a buttare via soldi). E lo so anch’io, perché è vero, che in quegli anni ci sono state enormità e storture, che venivano utilizzate manette in maniera abnorme. È vero, non va dimenticato. Ma la storia non inizia nel febbraio 1992. La storia, quella storia, inizia prima. E non si può dimenticare che quelli si rubavano tutto. Ma proprio tutto. Lo so, direttore, forse è antipolitica, forse è qualunquismo. Ma davvero rubavano.

Chi ricorda quegli anni ricorda anche che a Milano non si muoveva niente, ma proprio niente, senza che il Psi volesse. Piazzavano tangenti su tutto. Sui cimiteri, anche. Erano corrotti, ma proprio tanto. Fu sbagliato lanciare le monetine (anzi, rubli) a Craxi? Certo, fu sbagliato. Ma loro rubavano. È grezzo e semplice ma è così. Ma quella è storia vecchia. Perché bisogna impegnarci a pensare, a cercare il buono. Ci provo. Penso al reato di clandestinità. Lo ripeto perché ancora non ci credo: reato di clandestinità. Penso alla villa comprata o non comprata a Lampedusa perché così si rilancia il turismo. Penso ai campi da golf.

Penso al luglio 2001, Genova. Venerdì 20 luglio. Sabato 21 luglio (a proposito un bel libro di Marco Imarisio, “La ferita”, racconta bene quei giorni). Penso a un uomo che va in giro a dire di togliere le mutande appese alle finestre perché questa era la sua preoccupazione. Penso a che cosa successe dopo. Ricordi, direttore? Eravamo insieme in piazza Duomo, ministro dell’Interno era Scajola, quello della casa davanti al Colosseo.

Penso alla peggiore legge elettorale che sia mai stata fatta da essere umano. Penso a tanti inadeguati che siedono in Parlamento, nei consigli regionali, nelle giunte comunali. Ma perché dico inadeguati? Stupidi, proprio stupidi. E ignoranti. Non sanno nulla. Sono lì e non sanno nulla. Nicole Minetti non è l’esempio peggiore. Penso ai Responsabili. E alla scrivania nel bel mezzo dello studio di Bruno Vespa. Penso al fatto che davvero in Parlamento hanno votato un documento in cui si diceva che la telefonata in Questura andava fatta perché il PresdelCons credeva che quella ragazza fosse nipote di Mubarak. Penso a quando ha detto che entro il 2015 si sarebbe sconfitto il cancro. Mancano tre anni. Penso a un sacco di cose, si potrebbe addirittura fare un gioco, un quiz: pensa a tutte le cose che ha fatto Berlusconi in tutti questi anni. Le cose buone e quelle non buone. Quelle ridicole. Vediamo chi vince.

Per questo spero che la discussione sul Post continui, leggerò tutto con interesse, cercherò di essere il meno di parte possibile (ma so già che non ci riuscirò), cercando di scoprire il buono che c’è stato. Però, quando questa storia finirà, se finirà (come dicevano i tifosi napoletani che speravano nello scudetto: «Non succede, ma se succede…»), io penso che ci sarà da festeggiare, ma da festeggiare sul serio. Cantando magari con il vecchio Jimmy Cliff “The harder they come, the harder they’ll fall, one and all”.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.