Ma dove vedete l’antipolitica?

Non c’è solo l’ostilità preconcetta, nei ragionamenti che vogliono a ogni costo mettere i partiti del centrosinistra, e il Pd in particolare, in contraddizione con il risultato dei referendum. L’ostilità preconcetta può essere degli avversari politici, oggi in grave difficoltà e alla disperata ricerca di diversivi polemici, ma invece la tesi di un Pd strattonato dai movimenti e spinto verso le estreme trova spazio anche nella stampa indipendente.

Diciamo allora che c’è un riflesso di pigrizia. Si fa scattare un automatismo senza verificare se abbia fondamento. Si scopre (sui giornali perfino più tardivamente che nella politica) che l’Italia è attraversata da un’improvvisa impetuosa corrente d’opinione che chiede e anzi impone il cambiamento? Se ne deduce assiomaticamente che tutti i partiti ne siano spiazzati, e destinati a pagarne il prezzo o ad adeguarsi radicalizzando la propria proposta.

Invece non è detto che vada così, che stia accadendo questo. Anzi, esiste ed è visibile qualche prova del contrario. E cioè che – almeno fino ad adesso – alla forte e diffusa domanda di discontinuità si stia accompagnando una nuova e perfino inedita disponibilità a concedere una delega (non in bianco) ai partiti (non alla partitocrazia), e certo più ai partiti del centrosinistra e al Pd che a quelli del centrodestra.

Solo un mese fa il primo turno delle amministrative, col risultato del Pd, diceva questo. L’ampio recupero dell’astensionismo certificato dagli analisti dei flussi diceva questo. L’alta partecipazione alle scadenze elettorali, che è cosa opposta rispetto al rifiuto antipolitico, dice questo. Tutto parla di una fiducia positiva, di una pressione per partecipare, per sostenere, non per spezzare, per distruggere.

Per paradosso, i Di Pietro e i de Magistris, nel loro moderatissimo procedere di queste settimane, sembrano aver còlto questa qualità del movimento in atto meglio di coloro che, dopo aver per anni esecrato l’antiberlusconismo giacobino, paiono ora increduli e quasi delusi che Berlusconi possa davvero essere sconfitto con armi completamente diverse.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.