Uno dei refusi più bellici dell’anno

Uno dei refusi più bellici dell'anno

Chiunque scriva per mestiere sa che gli errori di digitazione capitano, e noi al Post ne siamo particolarmente consapevoli: ne facciamo, li correggiamo di gran corsa, qualcuno ci sfugge comunque, ogni anno cerchiamo di riderci sopra raccogliendo i più belli che ci siamo lasciati scappare (dopo essere andati a sistemarli). Insomma, tutto per questo per dire che siamo molto solidali con quello che è capitato oggi pomeriggio a Repubblica.

Per ribadire che siamo tutti sulla stessa barca: qui una volta abbiamo scritto “espluso” nel titolo di apertura. Un’altra volta siamo andati online per errore con la breaking news che vedete qui sotto. Il responsabile è stato inviato sulle Ande a occuparsi di capibara.

In Nuova Zelanda vogliono sapere di chi è questa chiavetta USB trovata nella cacca congelata di una foca

In Nuova Zelanda vogliono sapere di chi è questa chiavetta USB trovata nella cacca congelata di una foca

Il National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA), che collabora nella ricerca scientifica col governo della Nuova Zelanda, ha diffuso un appello su Twitter per identificare il proprietario di una chiavetta USB, trovata per caso nelle feci congelate di una foca leopardo, conservate nei suoi laboratori da circa un anno. Dopo il ritrovamento, la chiavetta è stata lasciata asciugare per alcuni giorni e, con sorpresa dei ricercatori, ha ripreso a funzionare. Al suo interno sono state trovate fotografie e un video, che NIWA ha pubblicato sui social network per ricevere indizi e risalire al proprietario della chiavetta.

Le foche leopardo vivono solitamente nelle acque dell’Antartide, ma da qualche anno si sono spostate verso le coste meridionali della Nuova Zelanda, popolando nuovi tratti di mare. I ricercatori le stanno studiando per capire il cambiamento nelle abitudini: l’analisi delle feci, raccolte da volontari, offre informazioni preziose sulle abitudini alimentari di questi animali e sui luoghi dove trovano il cibo.

Un esemplare di foca leopardo, fotografato in Antartide (Ric Tapia via AP)

NIWA chiede inoltre a chi si avventura in mare di filmare e fotografare le foche leopardo, inviando poi il materiale ai suoi ricercatori. Nel video trovato sulla chiavetta, e ripreso da un kayak, si vedono alcune foche leopardo in compagnia della madre.

L’installazione con Ivanka Trump che passa l’aspirapolvere, a Washington

L'installazione con Ivanka Trump che passa l'aspirapolvere, a Washington

Dall’1 febbraio è esposta in una galleria d’arte a Washington, a circa di un chilometro dalla Casa Bianca, un’installazione artistica in cui una modella che assomiglia molto a Ivanka Trump, la figlia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è intenta a passare l’aspirapolvere. L’installazione invita tra l’altro i visitatori a lanciare delle briciole verso il pavimento, in modo che la sosia di Ivanka Trump le possa aspirare.

(AP Photo/Sait Serkan Gurbuz)

L’opera è stata realizzata da Jennifer Rubell e si chiama “Ivanka Vacuuming” (Ivanka che passa l’aspirapolvere). Si potrà visitare fino al 17 febbraio ed è stata criticata da Ivanka Trump, che la ritiene offensiva. Su Twitter ha scritto, commentando un articolo che ne parla: «Le donne possono mandarsi al tappeto a vicenda oppure sostenersi l’un l’altra. Io scelgo la seconda opzione».

L’installazione è accompagnata da un testo che parla di Ivanka Trump come di una persona che racchiude un «quasi comico spettro di identità femminili: figlia, moglie, madre, sorella, modella, lavoratrice e bionda». Il gesto di lanciare le briciole viene definito «sorprendentemente soddisfacente». Alcuni commentatori hanno anche interpretato l’opera come una sorta di critica verso una presunta ambiguità di Ivanka Trump, che prende spesso posizione su temi legati al ruolo delle donne nella società, ma che non commenta azioni e dichiarazioni del padre che spesso non vanno in quella direzione.

Rubell, l’autrice dell’opera, ha detto che è fatto tutto di proposito, per evidenziare il fatto che il pubblico provi soddisfazione nel lanciare le briciole a Ivanka Trump e per problematizzare la complicità delle persone con i ruoli che lei interpreta. Secondo Rubell è su questo che l’opera vorrebbe far riflettere.

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