Stefano Boeri ha spiegato cosa voleva dire «warning» nel suo messaggio a Beppe Sala

L’architetto Stefano Boeri, famoso per avere progettato il Bosco Verticale a Milano e coinvolto nelle inchieste giudiziarie sull’urbanistica in città, ha pubblicato su Instagram e su Facebook un testo per spiegare le ragioni e il tono di alcuni messaggi privati che aveva inviato tra gli altri al sindaco Beppe Sala nel periodo in cui dovevano essere approvati alcuni suoi progetti. Nei giorni scorsi quei messaggi erano stati pubblicati e molto commentati dopo la diffusione delle carte della procura.
Boeri ha spiegato tra gli altri cosa intendeva con la frase «prendilo come un warning» (un avvertimento, in inglese) in un messaggio a Sala sulla questione del Pirellino, uno dei progetti urbanistici più ambiziosi sotto inchiesta e che coinvolgeva anche lo studio Stefano Boeri Architetti. Nel messaggio Boeri si lamentava con Sala del fatto che il progetto fosse stato bocciato già due volte, secondo lui in modo sbagliato, e aggiungeva che se fosse successo di nuovo il costruttore avrebbe fatto ricorso al TAR.
Il «warning» alla fine del messaggio è stato citato dalla procura come la prova di un «tono di comando» e quindi di un rapporto di subordinazione tra Boeri e il sindaco. In realtà nel contesto della conversazione il messaggio non sembrava perentorio, tanto che Sala aveva risposto piuttosto evasivo che si sarebbe fidato del parere dei suoi collaboratori, a cominciare dall’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, che si è dimesso lunedì 21 luglio.
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La frase era stata molto ripresa anche perché considerata emblematica di un certo modo di parlare a Milano, che mischia italiano e inglese soprattutto in alcuni contesti professionali, e che è frequente fonte di prese in giro nel resto d’Italia.
Sul «warning», Boeri ha detto che non era una minaccia ma un «vivo allarme», cosa che però non contraddice di fatto la tesi della procura per cui Boeri avesse un’influenza tale su Sala da poter ottenere favori semplicemente mandando un messaggio. La spiegazione completa dice:
Il “WARNING” espresso in un mio messaggio al Sindaco di Milano non era una minaccia, ma invece un vivo allarme per l’operato della Commissione Paesaggio del Comune, che continuava a bocciare il progetto della nostra “Torre Botanica” adducendo ragioni che non avevano nulla a che vedere con i compiti attribuiti alla Commissione stessa. Aggiungo che il nostro progetto per via Pirelli 39, dopo un anno di incontri e accese discussioni, è stato approvato dalla Commissione solo dopo la sofferta rinuncia all’idea originale di Torre Botanica (un’architettura sperimentale e avanzata a cui tenevo molto e che ritengo avrebbe offerto a Milano un importante riconoscimento internazionale) e la presentazione di un progetto sostanzialmente diverso.
Boeri ha scritto inoltre di non avere diffuso fino a ora dichiarazioni perché «convinto che l’unica sede di un qualsiasi processo giudiziario debba essere il Tribunale». Le spiegazioni fornite da Boeri, anche su altri messaggi inviati non solo a Sala, mostrano comunque che si sentisse di poter scrivere direttamente a Sala e ad altri decisori se c’erano difficoltà nell’approvazione dei suoi progetti, specialmente nella Commissione per il paesaggio del comune.


