Lena Dunham è orgogliosa della sua cellulite

Lena Dunham è orgogliosa della sua cellulite

Lena Dunham, attrice e ideatrice della serie tv Girls, ha ringraziato su Instagram la rivista Glamour per aver pubblicato sulla copertina dell’ultimo numero una sua fotografia senza ritoccarla con Photoshop per nascondere la cellulite, contrariamente a quanto accade di solito e di come avevano fatto tempo fa con Vogue e Il País, provocando critiche e polemiche. Insieme a lei, nella foto, compaiono le attrici che interpretano le altre tre protagoniste di Girls: Jemima Kirke, Allison Williams e Zosia Mamet.

lena

In particolare Dunham ha ricordato quando da ragazzina veniva presa in giro per il suo aspetto fisico e spiegato che già all’epoca non odiava il suo corpo ma la cultura attorno che la spingeva a odiarlo. Quando divenne famosa, i commenti si concentrarono sul coraggio che aveva nel mostrare un corpo così lontano dai canoni di bellezza tradizionale, seguiti da insulti e prese in giro ancora più pesanti di quand’era ragazzina.

«Bene, ora quel corpo è sulla copertina di una rivista che sarà letta da milioni di donne, senza Photoshop, con le mie cosce perfettamente in vista. Che siate d’accordo con il mio modo di vedere le cose, che vi piaccia o meno il mio spettacolo o che siate vicini a quello che faccio, non importa, il mio corpo non va criticato. Il corpo di nessuno va criticato, indipendentemente dalla taglia, dal colore, dall’identità di genere, e la cultura pop può riconoscerli tutti come belli».

«Grazie alle donne di Hollywood (e su Instagram!) che hanno aperto la strada, ispirando e normalizzando l’aspetto femminile di OGNI tipo, e grazie a Glamour per aver messo in mostra la mia cellulite in tutte le edicole»

Okay, here goes: throughout my teens I was told, in no uncertain terms, that I was fucking funny looking. Potbelly, rabbit teeth, knock knees- I could never seem to get it right and it haunted my every move. I posed as the sassy confident one, secretly horrified and hurt by careless comments and hostility. Let’s get something straight: I didn’t hate what I looked like- I hated the culture that was telling me to hate it. When my career started, some people celebrated my look but always through the lens of “isn’t she brave? Isn’t it such a bold move to show THAT body on TV?” Then there were the legions of trolls who made high school teasing look like a damned joke with the violent threats they heaped on, the sickening insults that made me ache for teen girls like me who might be reading my comments. Well, today this body is on the cover of a magazine that millions of women will read, without photoshop, my thigh on full imperfect display. Whether you agree with my politics, like my show or connect to what I do, it doesn’t matter- my body isn’t fair game. No one’s is, no matter their size, color, gender identity, and there’s a place for us all in popular culture to be recognized as beautiful. Haters are gonna have to get more intellectual and creative with their disses in 2017 because none of us are going to be scared into muumuus by faceless basement dwellers, or cruel blogs, or even our partners and friends. Thank you to the women in Hollywood (and on Instagram!) leading the way, inspiring and normalizing the female form in EVERY form, and thank you to @glamourmag for letting my cellulite do the damn thing on news stands everywhere today ❤️ Love you all.

Una foto pubblicata da Lena Dunham (@lenadunham) in data:

Il trailer del documentario su Carrie Fisher e Debbie Reynolds

Il trailer del documentario su Carrie Fisher e Debbie Reynolds

Prima che Carrie Fisher e sua madre Debbie Reynolds morissero a un giorno di distanza, tra il 27 e il 28 dicembre, il network americano HBO aveva girato un documentario sulle loro vite e sulla loro relazione: Fisher e Reynolds erano tra le madri-figlie più famose del cinema americano, ed entrambe avevano un carattere forte e amato dal pubblico. Erano molto legate, tanto che vivevano nello stesso complesso residenziale a Hollywood. Il documentario si chiama Bright Lights, e dopo la morte di Fisher e Reynolds è stato anticipato da HBO, e sarà trasmesso il 7 gennaio.

Non fate la “dab dance” al Congresso

Non fate la “dab dance” al Congresso

Martedì 3 gennaio Cal Marshall, il figlio diciassettenne del deputato Repubblicano del Kansas Roger Marshall, ha fatto la “dab dance” – una cosa a metà tra un ballo e un meme, molto diffuso nell’ultimo anno – mentre la sua famiglia posava con lo speaker della Camera Paul Ryan per una foto. Marshall ha piegato il braccio davanti alla faccia, come si fa per “dabbare”, evitando di sollevare l’altro braccio sopra la testa: Ryan lo ha guardato un po’ perplesso e gli ha chiesto prima se era tutto a posto, e poi se poteva abbassare il braccio. «Stavi starnutendo? È questo il problema?» gli ha chiesto Ryan, e Marshall ha risposto di sì, ridendo. Suo padre, che inizialmente non aveva capito i richiami dei fotografi, ha ripetuto «Sta starnutendo», come per rassicurarli.

Più tardi, quando il video è stato ripreso dai siti americani, il padre di Marshall ha scritto su Twitter: «Solo perché lo sappia, speaker Ryan: lo abbiamo messo in castigo».

Anche Ryan ha commentato l’episodio, scrivendo su Twitter: «Appena finito le foto dei giuramenti. Quasi 300 deputati. Un sacco di bravi ragazzi. Non ho ancora capito cos’è la dab, però».

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