Il discorso di Giorgia Meloni al raduno dei conservatori statunitensi, che mostra le sue contraddizioni su Trump e l’Ucraina

Sabato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta con un collegamento video a uno dei più importanti raduni di conservatori statunitensi, la Conservative Political Action Conference (CPAC), in corso a Washington. Non era scontato che Meloni partecipasse, perché tra venerdì e sabato c’era stato un caso internazionale relativo all’intervento di Steve Bannon, l’ex stratega del presidente statunitense Donald Trump. Mentre parlava al CPAC Bannon aveva alzato il braccio teso in un saluto romano neanche troppo dissimulato (anche se poi ha negato che lo fosse). Dopo quell’episodio il presidente del partito di estrema destra francese Rassemblement National, Jordan Bardella, aveva annullato la partecipazione all’evento.
Anche Meloni aveva valutato se fare il suo discorso oppure no, poi però ha confermato il collegamento da remoto, che è durato circa un quarto d’ora. Meloni ha citato vari spauracchi tipici della destra statunitense, prendendosela con le «élite globaliste», con il «virus della cancel culture» e con «l’ideologia woke». Poi però ha parlato della necessità di continuare a sostenere l’Ucraina: è questa la contraddizione, dato che nelle ultime settimane Trump si è riavvicinato molto al presidente russo Vladimir Putin, arrivando anche ad accusare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di aver iniziato lui la guerra (una tesi tipica della propaganda di Putin).
Meloni invece ha detto che in Ucraina «un popolo orgoglioso combatte per la sua libertà contro un’aggressione ingiusta». E ha detto che gli Stati Uniti e l’Europa devono continuare a lavorare insieme «per una pace giusta e duratura» che «si può costruire con il contributo di tutti, ma soprattutto con leadership forti».
Questo passaggio del discorso mostra bene la posizione delicata in cui si trova Meloni. Da un lato vorrebbe proporsi come la principale interlocutrice di Trump in Europa, coltivando con lui i rapporti migliori possibili, dall’altro Trump sta assumendo posizioni sempre più imprevedibili, che vanno contro la NATO e contro l’Europa, e in quanto tali complicate per Meloni da condividere.


