La foto del biglietto di auguri volgare che Donald Trump avrebbe mandato a Jeffrey Epstein

Lunedì negli Stati Uniti i Democratici hanno pubblicato il biglietto di auguri volgare che il presidente Donald Trump avrebbe inviato al ricco finanziere Jeffrey Epstein per il suo 50esimo compleanno, nel 2003. L’hanno ottenuto per primi i membri del Committee on Oversight and Government Reform, la principale commissione d’inchiesta del Congresso (composta sia da Democratici che da Repubblicani) che al momento sta indagando sul cosiddetto “caso Epstein”. Il biglietto è stato consegnato alla Commissione su richiesta dei deputati, insieme ad altri documenti, dagli avvocati di Epstein, che si suicidò nel 2019 poco dopo essere stato arrestato con l’accusa di aver sfruttato sessualmente decine di ragazze minorenni.
Il biglietto ritrae uno schizzo fatto a mano di una donna nuda, in cui quella che sembra essere la firma di Trump compone i peli pubici della donna. Il testo, scritto a macchina, contiene una specie di dialogo in terza persona tra Trump ed Epstein:
Voce fuori campo: Deve esserci qualcosa di più nella vita che avere tutto.
Donald: Sì, c’è, ma non ti dirò cos’è.
Jeffrey: Neanch’io lo dirò, ma so di cosa si tratta.
Donald: Abbiamo alcune cose in comune, Jeffrey.
Jeffrey: Sì, è vero, ora che ci penso.
Donald: Gli enigmi non invecchiano mai, ci hai fatto caso?
Jeffrey: In effetti, me ne sono accorto l’ultima volta che ci siamo incontrati.
Donald: Un amico è una cosa meravigliosa. Buon compleanno – e che ogni giorno sia un altro meraviglioso segreto.
L’esistenza del biglietto era stata resa nota a luglio dal Wall Street Journal, che però l’aveva solo descritto a parole, senza mostrarlo. Al tempo Trump aveva detto che il biglietto era falso e che lui non l’aveva mai scritto, e aveva denunciato per diffamazione il giornale, due suoi giornalisti, il suo gruppo editoriale, la Dow Jones e la News Corp, entrambe di proprietà di Rupert Murdoch, anche lui denunciato.
Da tempo Trump sta cercando di sminuire o negare la sua amicizia con Epstein, che invece è testimoniata da numerose dichiarazioni, foto e video dell’epoca. Lo sta facendo perché negli ultimi mesi il “caso Epstein” sta generando molte critiche alla sua amministrazione da parte del movimento MAGA (da Make America Great Again, il famoso slogan di Trump): per anni nella destra americana sono circolate teorie secondo cui Epstein sarebbe stato l’organizzatore di un gruppo di pedofili composto da politici importanti, attori famosi e ricchi imprenditori, che lo avrebbero poi ucciso o costretto a uccidersi una volta arrestato per non comprometterli.
Secondo la teoria però Epstein avrebbe conservato una lista dei suoi «clienti», dalla quale sarebbe possibile risalire a tutti i ricchi e potenti pedofili che collaboravano con lui. Questa lista, assieme ad altri documenti compromettenti di cui si presume l’esistenza, costituiscono i cosiddetti “Epstein files”. Durante la campagna elettorale Trump e molti suoi collaboratori avevano sostenuto questa teoria, salvo poi sminuirla negli ultimi mesi, cosa che ha fatto molto arrabbiare una parte dei suoi sostenitori.
– Leggi anche: La teoria complottista che si sta ritorcendo contro Trump


