Il post di Di Maio contro i negozi cinesi e pakistani

Il post di Di Maio contro i negozi cinesi e pakistani

Sta facendo discutere un post pubblicato mercoledì sulla pagina ufficiale del Movimento 5 Stelle in cui il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, annuncia una campagna contro i negozi di proprietà di cittadini cinesi e pakistani, accusati di evadere le tasse e vendere prodotti «non registrati, nocivi, facendo concorrenza sleale e danneggiando la nostra economia». Il post, scrive Adnkronos, avrebbe causato numerosi malumori tra parlamentari e dirigenti del Movimento, molti dei quali lo considerano discriminatorio oltre che un goffo tentativo di imitare la Lega.

Molti irregolari lavorano in modo illegittimo in piccole attività poco trasparenti, che evadono il fisco e vendono…

Gepostet von MoVimento 5 Stelle am Mittwoch, 12. Juni 2019

L’idea di adottare misure speciali contro i negozi di proprietà di stranieri non è nuova, anche se è con ogni probabilità illegale. Il post di Di Maio, infatti, sembra riprendere in maniera identica una polemica simile lanciata dal capo della Lega Matteo Salvini lo scorso autunno, quando aveva definito i “negozi etnici” «ricettacolo di spacciatori, di gente che beve fino alle tre di notte, che pisciano e cagano».

Il post di Di Maio sembra far parte di una nuova strategia comunicativa con cui il Movimento 5 Stelle sta provando a rispondere alla durissima sconfitta subita alle elezioni europee, imputata da Di Maio e il suo staff alla svolta particolarmente critica nei confronti dell’alleato di governo che il Movimento ha adottato nelle ultime settimane di campagna elettorale.

La nuova strategia prevede di spostare il Movimento su posizioni vicine a quella della Lega in molti ambiti e di minimizzare le critiche all’alleato. Di Maio, per esempio, non ha fatto quasi nessuna menzione del caso Arata, il consulente della Lega molto vicino all’ex sottosegretario Armando Siri, arrestato in un’inchiesta antimafia e non ha nemmeno criticato l’ipotesi di un nuovo condono sul denaro presente nelle cassette di sicurezza (una questione su cui, lo scorso dicembre, aveva minacciato di far cadere il governo).

Questa potrebbe essere la voce di Frida Kahlo

Questa potrebbe essere la voce di Frida Kahlo

La Fonoteca Nazionale del Messico ha detto di aver scoperto quella che si crede essere l’unica registrazione esistente della voce della celebre pittrice Frida Kahlo. Si tratta di un audio tratto da una puntata pilota di un programma radiofonico chiamato El Bachiller, andata in onda nel 1955, un anno dopo la sua morte. Nell’audio, che si pensa sia stato registrato tra il 1953 e il 1954, quella che si pensa essere Kahlo legge un testo da lei scritto nel 1949 intitolato “Ritratto di Diego”, in cui descrive suo marito, il pittore Diego Rivera.

Al momento non si può dire con sicurezza che questa sia la voce di Frida Kahlo, ha detto la ministra per la Cultura del Messico Alejandra Frausto, che ha aggiunto però che esistono altri 1.300 nastri della trasmissione El Bachiller che non sono stati ancora digitalizzati ed è quindi possibile che ci siano altre registrazioni contenenti la voce della pittrice.

La grattugia di Ikea, che ora assomiglia al Mac Pro di Apple

La grattugia di Ikea, che ora assomiglia al Mac Pro di Apple

A inizio giugno Apple aveva presentato alcuni nuovi prodotti, compreso un nuovo computer desktop Mac Pro, il computer più potente e costoso prodotto da Apple. Tra le altre cose, si era fatto notare per la sua struttura esterna in acciaio e per un aspetto che a molti aveva fatto pensare a una grattugia.

L’agenzia pubblicitaria bulgara The Smarts ha visto che su Internet se ne parlava e ha quindi realizzato un’immagine per promuovere a tema una normale grattugia di Ikea. La grattugia, che già esisteva e che si trova anche in Italia, si chiama IDEALISK e costa meno di cinque euro. I riferimenti a Apple sono nella frase in alto – “Progettato per le mele” – e nel fatto che la “i” iniziale sia in minuscolo (proprio come si usa per i prodotti Apple).

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