Cosa ha detto Andrea Bocelli sul coronavirus

Intervenendo al convegno “Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti”, organizzato lunedì al Senato da Vittorio Sgarbi, Andrea Bocelli ha detto, in un discorso in cui ha spiegato di essere molto dubbioso riguardo a molte cose sulla pandemia da coronavirus: «Io conosco un sacco di gente e grazie a Dio non conoscevo nessuno che fosse finito neanche in terapia intensiva, nessuno». Bocelli ha poi aggiunto, in riferimento alle restrizioni agli spostamenti decise per contenere il contagio: «Devo anche confessare pubblicamente di aver anche in certi casi disobbedito volontariamente a questo divieto perché non mi sembrava giusto e non mi sembrava neanche salutare».

Parlando di quella che ha definito “cosiddetta pandemia” e dopo aver detto che «le cose non erano così come ci venivano raccontate» Bocelli ha ripetuto più volte che le restrizioni lo hanno fatto sentire “umiliato e offeso”. Poche ore dopo, parlando a un altro convegno a Milano, ha spiegato di essere stato «un po’ frainteso», e smentito di avere sminuito la pandemia.

Nello scorso maggio Bocelli aveva raccontato di essere stato contagiato e di aver deciso di donare il plasma aderendo alla sperimentazione allora in corso nel reparto di malattie infettive di Pisa. Il 12 aprile, nel giorno di Pasqua e durante il lockdown, Bocelli aveva fatto un concerto dal Duomo di Milano che era stato accompagnato da immagini delle città deserte per via delle restrizioni; e il 19 aprile era stato tra i cantanti che avevano partecipato a distanza al grande concerto “One World: Together At Home“, organizzato per raccogliere fondi contro il coronavirus.

In Italia, finora sono stati accertati 246mila casi di contagio da coronavirus e più di 35mila persone sono morte.