C’è un nuovo personal trainer su Internet: il presidente dell’Uganda

Yoweri Museveni
(AP Photo/Jerome Delay)
Yoweri Museveni (AP Photo/Jerome Delay)

Il 75enne presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha diffuso un video su YouTube in cui incoraggia a fare un po’ di sport a casa, non potendo uscire all’aria aperta a causa delle restrizioni per limitare il contagio del coronavirus. Per dare il buon esempio, Museveni fa una corsetta di riscaldamento nel suo spazioso ufficio e poi una trentina di piegamenti sulle braccia non proprio impeccabili, che vengono contati dal suo staff (anche se il video viene tagliato e non siamo certi che li faccia davvero tutti).

Secondo i dati dell’Istituto di statistica dell’Uganda, il 71 per cento degli abitanti della capitale Kampala vive in un monolocale insieme ad altre persone, cosa che potrebbe rendere poco agevole correre qua e là. In Uganda sono stati registrati 52 casi di coronavirus a partire dal 21 marzo; il 31 marzo il paese ha annunciato 14 giorni di misure restrittive che prevedono la sospensione dei trasporti pubblici e il divieto di uscire di sera. È però ancora possibile spostarsi di giorno a piedi, in gruppi con meno di cinque persone.

Museveni è al potere in Uganda dal 1986 ed è uno dei leader al potere da più tempo in Africa. Nel 2017 una nuova legge parlamentare aveva approvato una modifica della Costituzione per permettergli di ricandidarsi e restare alla presidenza fino al 2031. Nei primi anni della presidenza Museveni si guadagnò rispetto nazionale e internazionale per aver migliorato le condizioni economiche dei cittadini e per aver stabilizzato un paese caotico. Realizzò un’efficace campagna di lotta all’AIDS e si impegnò per migliorare la condizione delle donne, nominando proprio una donna come sua vicepresidente.

A partire dal secondo mandato, però, la sua presidenza ebbe una svolta repressiva e autoritaria. Nel 2009 venne introdotta una legge contro l’omosessualità che prevedeva dapprima la pena di morte e poi l’ergastolo; nel 2014 Museveni disse che i gay erano «disgustosi».