Monte dei Paschi, derivati e Mario Monti

Non è vero che lo stato ha regalato al Monte dei Paschi i soldi dell’IMU sulla prima casa, non è vero che il 50% delle persone che si trovano in carcerazione preventiva vengono assolte e non è vero che Mario Monti ha dichiarato che la sua linea non è quella del Partito Popolare Europeo. Sono alcuni degli errori e delle imprecisioni fatti ieri nella puntata di Servizio Pubblico. Ma c’è stato anche un bel caso di factchecking in diretta che potrebbe segnare l’inizio di un maggior rigore nella verifica delle dichiarazioni degli ospiti in studio.

All’inizio della trasmissione Michele Santoro, Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione Civile e il giornalista del Sole 24 Ore, Gianni Dragoni hanno parlato a lungo del caso Monte dei Paschi di Siena (MPS). Il primo argomento trattato è stato quello dei Monti Bond, che in realtà si chiamano Nuovi Strumenti Finanziari. Si tratta di un particolare tipo di aiuto di stato approvato dal governo Monti alla fine dell’anno scorso per permettere ad MPS di ricapitalizzarsi e quindi portare il Core Tier 1 di MPS al 9% richiesto dagli accordi di Basilea III. In parole povere si è trattato di un aiuto per evitare il fallimento della banca.

Il denaro non è ancora stato erogato. In studio non è stata usata da nessuno degli ospiti o dei giornalisti presenti la parola “prestito” per descrivere i Monti Bond. Eppure, i Monti Bond sono proprio un prestito effettuato dallo stato con un interesse del 9% che aumenterà dello 0,5% ogni due anni di mancato rimborso fino ad un massimo del 15%.

Sia Dragoni che Ingroia hanno sostenuto che il denaro prestato (hanno usato le parole “dato” o “conferito”) a MPS è pari al gettito dell’IMU sulla prima casa. In effetti le due cifre sono molto vicine: il prestito ad MPS potrà arrivare fino a 3,9 miliardi mentre il gettito dell’IMU sulla prima casa è stimato poco più 3 miliardi. L’affermazione, però, è quantomeno imprecisa. Il denaro che sarà effettivamente sborsato dallo stato per finanziare il prestito, infatti, non supererà i 2 miliardi. Il resto – l’1,9 miliardi che portano il totale del prestito a 3,9 miliardi – è un rifinanziamento del prestito di stato concesso in passato ad MPS: i Tremonti Bond.

Inoltre si tratta di un’affermazione fuorviante, perché non è stato specificato che il gettito dell’IMU sulla prima casa entrerà nelle casse dello stato una volta l’anno, mentre il prestito a MPS non solo è una tantum, ma potrebbe portare ad un guadagno per lo stato – come è stato per il famoso aiuto di stato TARP, concesso del governo degli Stati Uniti a banche, assicurazioni e imprese e che, almeno per la parte di aiuto alle banche, ha generato per il governo un profitto.

Laura Comi, europarlamentare del PDL, ha detto che è strano che la Commissione Europea abbia accettato i Monti Bond, senza considerarli un aiuto di stato improprio. In Europa, infatti, esiste una severa normativa per evitare gli aiuti di stato alle imprese. In realtà di strano non c’è proprio nulla. Aiuti alle banche sono stati dati, tramite i Tremonti Bond, anche quando al governo c’era il partito della Comi. Sono stati dati aiuti simili anche in altri paesi, come ad esempio nel caso del doppio salvataggio della banca franco-belga Dexia. La Commissione Europea, infatti, dal 2008 ha approvato diversi regolamenti speciali per permettere, entro certi limiti, gli aiuti di stato alle banche in crisi.

Secondo Mara Carfagna il 50% delle persone che si trovano in custodia preventiva in carcere in Italia si rivelano innocenti. Si tratta di un dato ripetuto molto spesso anche da Silvio Berlusconi e dagli esponenti del Partito Radicale. Non è vero: secondo un’indagine delle Camere penali del 2007, circa il 38% di tutte le persone sottoposte a carcerazione preventiva vengono prosciolte. Un dato che è comunque superiore a quello di molti paesi europei.

Dragoni ha poi accennato al fatto che il valore di tutti i titoli derivati che ci sono al mondo è di 637 mila miliardi di dollari, quasi dieci volte il PIL dell’intero pianeta. Si tratta di un dato che si sente spesso, ma che ha bisogno di alcune precisazioni per essere compreso. Innanzitutto è un conto lordo: i derivati sono, in sostanza, delle scommesse tra due parti. Se qualcuno perde qualcunaltro deve vincere. Intuitivamente, quindi, si capisce che quella cifra va come minimo dimezzata. Ci sono altri e complicati calcoli da fare e alla fine si arriva a un’esposizione che è pari a una frazione della metà del numero lordo dei derivati (se l’argomento vi interessa ne avevamo parlato qui con Mario Seminerio, autore del blog Phastidio).

Per combattere l’evasione fiscale Ingroia ha parlato di creare un’agenzia con poteri particolari in grado di incrociare i risultati di tutte le banche dati a disposizione. Si tratta esattamente di quello che sta cominciando a fare l’Agenzia delle Entrate con il Redditometro.

Comi ha detto che la posizione in Europa di Monti, cioè a quale partito europeo sia più vicino, non è chiara. Quando Santoro le ha chiesto se Monti non sia più vicino al PPE – il partito di centrodestra di cui fa parte anche il PdL – Comi ha risposto «Non ne sarei convinta perché poi ha ricevuto da Daul un richiamo. Dice: io non appartengo al PPE, non mi sento assolutamente in questa linea». Joseph Daul è il segretario francese del PPE europeo che un paio di settimane fa aveva fatto delle dichiarazioni – poi parzialmente ritirate – molto favorevoli nei confronti della candidatura di Mario Monti.  Probabilmente chi “dice” nella frase di Comi è lo stesso Monti, ma noi non abbiamo trovato traccia di una sua dichiarazione simile. Anzi, Monti ha dichiarato che quella del PPE è «Una scelta di campo significativa soprattutto se si tiene conto che non appartengo a nessun partito».

Per la consueta nota leggera segnaliamo un bel caso di factchecking in diretta da parte della redazione di Servizio Pubblico. Comi aveva accennato alla possibilità che uno dei candidati della lista di Antonio Ingroia fosse sotto processo. Pochi minuti dopo la redazione ha comunicato che la notizia data da Comi era falsa. Questo potrebbe essere l’inizio di una nuova fase del giornalismo televisivo italiano, nella quale, oltre le accuse di candidature scomode ad Ingroia, potranno essere smentiti in diretta anche i dati sui guadagni in borsa delle banche italiane, quelli sull’andamento dell’economia negli anni passati oppure le storie sull’acquisto di misteriosi sottomarini dalla Germania.

Davide De Luca

Giornalista. Ho scritto per l’Arena di Verona e per l’Agence Europe di Bruxelles. Ho collaborato ad alcuni libri d’inchiesta su CL e la finanza cattolica. Mi piacciono i numeri e l’economia e cerco di spiegarli in modo semplice. Su Twitter sono @DM_Deluca