Un paese solidale

A fare gli sgamati, si può ricordare che il sottosegretario ed ex capo della polizia Gianni De Gennaro era stato condannato per istigazione alla falsa testimonianza, sulle questioni della scuola Diaz, prima che la Cassazione annullasse la sentenza. A fare gli sgamati, si può notare come le vicende e i ruoli con cui De Gennaro ha avuto a che fare, nella storia d’Italia recente, sono stati talmente tanti e rilevanti che non potrà mai avere con questo Stato i rapporti di un normale cittadino. A fare gli sgamati, si può far caso alla quantità di severi commenti sui giornali di oggi contro una critica al governo del capo di Confindustria e paragonarla all’indulgenza delle cronache nei confronti di quello che ha detto De Gennaro, riportato dai maggiori quotidiani molto laicamente, un’opinione come un’altra. A fare gli sgamati, si può immaginare che tacere su De Gennaro sia ritenuta sempre una buona idea, in Italia.

Invece, a voler fare uno sforzo di giudicare le cose come in un paese normale, succede che un ex capo della polizia e oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio si sia detto “solidale” con dei dirigenti di polizia condannati in via definitiva per aver mentito e cercato di occultare le violenze compiute nella scuola Diaz, e le cui responsabilità in quelle violenze non sono state sanzionate solo per prescrizione dei reati. Succede che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio si metta dalla parte di chi, invece di proteggere delle persone, si è occupato di aggredirle, picchiarle, e far sparire le tracce di queste aggressione, cercando di addossare la responsabilità ad altri.

Succede, insomma, che ci aspetteremmo che un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio oggi presenti le sue dimissioni, o che oggi lo stesso Presidente del Consiglio faccia in modo di ottenerle. Perché non è pensabile che si faccia come se fosse normale tutto questo, in un paese normale.

Se non fossimo sgamati.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).