Che bello, ci hanno rubato i tic

Della serie i guai non vengono mai soli, dopo la sconfitta a Berlusconi tocca anche di subire il girotondo amichevole di quelli che prima l’hanno perduto, e ora pretendono di sapere come salvarlo.

C’è qualcosa di paradossale nel raduno organizzato a Roma dal Foglio con l’adesione di Giornale, Libero e Tempo, insomma dell’ala cartacea della macchina comunicativa che già doveva raddrizzare le sorti del Cavaliere quando ancora il peggio doveva accadere. Giuliano Ferrara ci mette al solito un che di scanzonato e di lieve, ma alla fine a mobilitarsi sono i soliti noti. Già l’adunata degli smutandati a Milano, a febbraio, voleva essere provocatoria e beffarda, ma in realtà sotto al palco di Ferrara si assiepava il popolo avvelenato di Santanché e La Russa: nella loro testa, la sfida intellettuale del Foglio era solo la variante colta degli editoriali scurrili di Giornale e Libero. Appunto: quelli che hanno condotto Berlusconi alla rovina (la Santanché è tornata in tv solo ieri dopo la vana segregazione pre-ballottaggi).

Imitando i peggiori dirimpettai di sinistra, dal giorno della batosta gli opinion leaders berlusconiani hanno imbastito la grande autocritica… altrui. Tutto un confrontarsi sulla moderazione dei toni (no comment), sull’errore di demonizzare gli avversari (no comment bis), sulla crisi economica non affrontata (ma non era un’invenzione dei pessimisti?), sul Pdl poco democratico («Berlusconi più contorno », lo definì Feltri, e non era una critica), sui candidati deboli (memorabile l’elegia morattiana di Ferrara alla vigilia del primo turno).

Sarebbe interessante sentire Sallusti o Belpietro che si pentono dell’immagine devastante che da anni trasmettono della destra italiana. Non avremo questa soddisfazione. Saranno durissimi nell’analisi e nell’accusa: contro gli italiani senza cervello, però. Che è del resto analisi condivisa dal tizio che vorrebbero salvare, a quanto pare convinto di aver perso perché gli elettori sono stati ipnotizzati dalla tv. Magnifica ironia, salvifico rovesciamento delle parti. E che sollievo veder traslocare altrove i tic della sinistra autolesionista.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.