Alcuni uni sono più uni degli altri

Chi abbia voluto disporsi con indulgenza e curiosità nei confronti della squadra dei parlamentari del M5S, prescindendo dalle modalità, i linguaggi e gli argomenti con cui erano stati eletti, è andato via via facendo delle crocette accanto a ogni nome che lo deludesse da subito: ed è cominciata presto – tra i microchip e tutto il resto – e non accenna a smettere.
Sabato è stata la volta dell’onorevole Gessica Rostellato, che con fiero cipiglio infantile ha annunciato su Facebook la sua coraggiosa scelta di non salutare Rosy Bindi, malgrado l’invito di quest’ultima. E non c’è niente di straordinario a fare capricci di questo genere, ognuno ha i suoi e se ne vedono tanti di simili: magari non si va a fare il deputato accusando gli altri di scarsa responsabilità e senso del ruolo.
La cosa che mi pare più interessante – mi incuriosisce da un po’ il repertorio di linguaggi e tic del movimento, molto rigido e ripetitivo, e completamente incoerente – è la smentita palese del bluff che “uno vale uno”: motto che si dimostra di nuovo non uno slogan di presunta umiltà, ma di superiorità presunta. Rosy Bindi, evidentemente, non vale uno.


Altre cose:

Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).